Scartavetrare, o Un’altra metafora didascalica
Ora, ve la farò breve e nel modo più scientifico possibile. Gli armadi che si comprano nei mobilifici sono già verniciati. Questo significa che una seconda vernice difficilmente aggrapperà sulla prima (“aggrappare” è un termine tecnico che mi ha insegnato mio nonno). Ma poiché sono clamorosamente cretino, mi sono detto: Pfui, figurati se non aggrappa. E ho iniziato a spennellare con fare furbesco e impavido. Il risultato è stato che non appena ho provato a usare il gesso, questo si è portato via lo strato più superficiale di lavagna, proprio lì, in corrispondenza del solco.
È così che ho iniziato a scartavetrare. La carta abrasiva non è un oggetto semplice da gestire: non è ottimale se non premi in modo omogeneo sulla parte che passi. Pieghi il rettangolo che ti serve, quindi, e poi cominci a tracciare dei cerchi sulla superficie, e continui così finché non hai terminato di scartavetrare tutta l’anta. Non è un procedimento impossibile, ovviamente, ma bisogna farlo in modo accurato, bisogna faticare un pochino, o rischi che nemmeno la prossima volta la vernice aggrappi. È un po’ così con tutto, mi sa, o almeno questo era quello che pensavo mentre muovevo le dita in senso orario. A volte prima di costruire bisogna radere al suolo le rovine per ritrovare il vero terreno. Aggiungere soltanto non fa altro che inspessire lo strato della maschera.
Mitica vernice lavagna! I suoi impieghi sono infiniti!
Vernice lavagna??? Non sapevo nemmeno della sua esistenza io! Un mondo migliore… *-*
Sono Cervello comunque, ma dal telefono nuovo non riesco a cambiare account. …
Praticamente hai fatto metti la vernice toglicla verniceOk sei giovane ma karate kid lo conosci, vero?Comunque hai detto una cosa vera, anche in psicoterapia c'è la pars destruens e poi la pars costruens
Ma quanta saggezza, in una mano di vernice! Lo so, non ci crederai neanche tu, ma questo post si è insinuato ad hoc nella mia giornata e mi ha fatto pensare 🙂
per scartavetrare in maniera più uniforme usa un trucco del mio bisnonno falegname: – prendi un cubetto di legno (uno scarto di lavorazione) grosso più o meno quanto una spugneta dei piatti o anche più piccolo purché comodo.- vi fissi la carta vetro della "grana" giusta con delle puntine sui lati- scartavetri tutto ciò che ti capita a tiro! 😉
Io potrei scriverci un trattato sulla questione "inspessimento della maschera" ma per fortuna la vita ci offre sempre un'altra opportunità per imparare e a forza di sgretolare strati di vernice superficiali e di gessetti, anche io ce l'ho fatta ad imparare a scartavetrare…
La vernice lavagna è stupenda.La metafora sulla cartavetro ancora di più <3
Barbara di 'Paint your life' è uno dei miei miti personali (chi l'avrebbe mai detto, qualcosa di costruttivo in tv!).Fa tutto molto James Joyce … me gusta 🙂 !*D*
Quanto hai ragione. Quanto?
Spess oè meglio la maschera rispetto a ciò che nasconde.
Ahahah! Addio l'armadio xD
Di la verità, l'influenza era simulata per non affrontare il lavoraccio, eh?bravo , così si fa 😉
La voglio anch'io! Voglio la parete lavagna in cucina…non è che vieni a darmi una mano??? Non c'è neanche da scartavetrare, al massimo un giro di stucco.
"cencea".:-)volevo suggerire anche io del cubetto di legno, l'ho provato e funziona! ma già te l'hanno scritto. Ciau.
Le tue metafore mi sono mancate. <3E la vernice lavagna la voglio anch'io!