Il mio coinquilino biondo dentro, fuori e di nome, a luglio si trasferisce. Un mese dopo, anche la mia coinquilina pazza, quella che è partita per un anno per andare a girare le Americhe stile Pechino Express, viaggiando in autostop e soggiornando grazie al couchsurfing, si trasferisce. E a dirla tutta, anche io mi trasferisco.
Siccome siamo persone molto profonde, abbiamo deciso di celebrare le partenze regalandoci un ultimo mese di Addio al coinquilinato. Vogliamo offrire protezione a una sottospecie di modello, e lo vogliamo brasiliano.
Dopo un’accurata ricerca, abbiamo scoperto che il Brasile non è solo la terra del Carnevale e delle tette al vento. C’è molta povertà, hanno dei problemi politici da fare invidia ai nostri e recentemente una zanzara assassina sta mietendo vittime da nord a sud. Ma a compensare tutto ciò, circa l’85% dei brasiliani ha il six pack.
Forse per loro non è un compromesso accettabile, ma noi, che siamo persone molto profonde, abbiamo pensato di dare asilo a un membro di questa bellissima Nazione. Offriamo stanza singola in ottima posizione, cucina quasi nuova, compagnia discreta ma simpatica.
In cambio, chiediamo:
uno, che la colazione sia considerata il pasto più importante della giornata
due, di prestarsi le borsette a vicenda, all’occorrenza
tre, che se si allaga la casa si mantenga un contegno dignitoso
quattro, la cura dell’igiene dentale
cinque, la patente di guida ché non si sa mai
sei, saper pescare
sette, un’irrefrenabile passione per le staccionate
otto, il cappellino anche appena alzati
Non sono esigenze impossibili, anche se forse un po’ troppo profonde.
Trasferirsi dalla casa dove hai vissuto per tre anni non è come lasciare quella dove sei cresciuto fino ai ventiquattro. Ma, come tutte le volte che ci si prepara a dire addio a un’abitudine, la separazione può rendere più tristi. Queste mura sono state la prima zona di comfort in una città dieci volte più grande del posto da cui venivo. Ho imparato a non alzarmi di scatto per non battere la testa sul soffitto della mansarda, ho capito come si accendono i fornelli difettosi senza far esplodere niente, ho appreso l’arte di scendere le scale al buio (e anche i vantaggi di accendere la luce, all’occorrenza), e ho imparato che coabitare con qualcuno implica qualcosa di più del salutarsi la mattina e condividere un’aspirapolvere. È come conoscersi, ma partendo dalle cose negative. Perché verranno sempre prima fuori le cose negative, che di solito hanno a che fare con piatti, spazzatura, bollette e proprietarie svampite. Le cose belle vengono dopo, se uno è abbastanza fortunato, e possono riguardare Victoria Beckham, le commesse di nome Barbara, strane teorie su Game Of Thrones, la settimana spagnola della Lidl, le arance per cena, un talent di drag queen e la passione per gli addomi scolpiti del Sud America, ma questi, naturalmente, sono solo esempi.
Qualsiasi brasiliano potremo mai trovare, resteremo noi i più belli di sempre.
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