Comunque, c’è da dire che noi froci siamo dei geni.
Gli omofobi dovrebbero avere l’onestà intellettuale di riconoscere, se non la propria condizione patologica, quantomeno il fatto che nel marketing non ci batte nessuno. Il movimento per i diritti LGBT+ è fatto, oltre che di una parte politica e attivista, anche di una serie di interventi di “comunicazione”.
E non c’è dubbio che, per quanto riguarda la comunicazione, gli avversari hanno solo da imparare.
Voglio dire, ci siamo presi l’arcobaleno, e i colori. Non trovate geniale che i colori siano immediatamente associati agli omosessuali? A tutti piacciono i colori, dai. E ci siamo tenuti i più belli. Ai nostri detrattori abbiamo lasciato il nero e il marrone, che non a caso sono rispettivamente le tinte di Darth Vader e della merda.
Fatelo, un movimento omofobo col logo marrone, dai.
Poi ci siamo presi la parola Orgoglio, che è perfetta. In effetti, è la parola Pride che è perfetta, perché in italiano “orgoglio” può essere riferito alla superbia. Ma il pride, la “fierezza”, no, è esattamente la caratteristica che vogliamo avere dopo secoli di adolescenze rinchiuse in un armadio.
Capite, quanto siamo geniali? Abbiamo pensato alle cose belle e le abbiamo attratte a noi. Praticamente, l’unica cosa positiva della vita che non sta dalla nostra parte è Lorella Cuccarini. Per il momento. È solo questione di tempo, Lorella, prima che anche tu salga sul tuo tavolo Scavolini per metterti a ballare Gloria Gaynor avvolta in una bandiera arcobaleno.
Le nostre manifestazioni non sono normali comizi: sono parate bellissime, e credo che le uniche persone a cui vedendole non viene voglia di parteciparvi siano gli amanti delle cose noiose. Le chiamano “carnevalate”, perché è l’unico modo che hanno per sminuirle. La verità è che i Pride sono straordinari, sono un modo di far sentire la nostra voce in una società che se può si gira dall’altra parte, sono un modo per arrivare nelle città, e per sentirci tanti, uniti, carichi.
E i Pride sono pieni di musica. Dato che Spotify ha creato per il mese di Giugno una sezione con tutte le playlist di artisti e attivisti LGBT, ho voluto aggiungere la mia. È in continuo aggiornamento, e c’è tutto quello che mi piacerebbe ascoltare e ballare mentre sfilo per i miei diritti.
We are here, we are queer, get used to it.
Roba affine
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