La cosa più sbagliata che faccio ogni giorno, a parte dimenticarmi della frutta che compro che poi va a male, è leggere su Facebook i commenti della gente in risposta agli articoli dei giornali. Oggi, sotto un link di Repubblica che riportava l’accusa di Meryl Streep a Dustin Hoffman, il quale si era presentato all’attrice palpandole il seno, ho letto: “L’uomo è sessista per natura”.
Capito? L’uomo è sessista per natura, quindi non è colpa dell’uomo se si comporta da maiale (anzi, da uomo, in questo caso), o se molesta una donna, o se la violenta. È che, poverino, lui risponde alle provocazioni a causa dell’istinto naturale e sessista che ha insito in sé.
Ora, mi rendo conto che fare il processo ai commenti della gente non è sano. Non porta da nessuna parte, non è nemmeno interessante, e forse la sopravvaluto un po’, questa gente, se trovo necessario rispondere ai suoi commenti (peraltro facendogli da cassa di risonanza).
A volte però da questi commenti si riesce a capire qualcosa sul modo in cui ragiona la gente. Certa gente, magari, che tuttavia ha il diritto di voto.
Vado avanti, e trovo altri commenti, stavolta fatti da persone più brillanti, meno medioevali, e in qualche modo trovo che la persona che li ha esternati sia in grado di ragionare (almeno rispetto a quello del sessismo per natura, dai). Sono una serie di battute del tipo “Le Sabine hanno denunciato il Ratto“, o “Il cavallo ha accusato di molestie Cicciolina“, eccetera eccetera.
Premessa: questi commenti mi hanno fatto ridere. A me piace ridere, se una cosa mi fa ridere e non offende nessuno, anche se riguarda un argomento serio. Se rinunciamo all’ironia non è che andiamo molto avanti, anzi.
Dopodiché penso che l’obiettivo di questi commenti non sia solo quello di strappare una risata o di sdrammatizzare. Andando in profondità, credo che questo tipo di commento serva a sminuire il problema delle molestie, a rendere tutta questa storia dell’abuso di potere una farsa, screditarla, annacquarla (Stranger Things docet).
E allora mi chiedo perché. Perché qualcuno vorrebbe mantenere la situazione per cui è normale che gli uomini ottengano il sesso esercitando la propria posizione e il proprio potere? A chi fa paura che le donne siano più forti di prima? Chi teme un mondo in cui le donne hanno parità di diritti e trattamento rispetto agli uomini?
Ho deciso che darò loro un nome. Li chiamerò femminismofobi e femminismofobe.
La femminismofobia è dire che il femminismo è di moda, per esempio. La femminismofobia è dire che il femminicidio non esiste, è solo omicidio. La femminismofobia è dire che “questa cosa delle violenze ci sta un po’ sfuggendo di mano”. Certo, sta sfuggendo di mano: finalmente.
Roba affine
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!
Ciao. Io sinceramente detesto la parola femminicidio. E’ un crimine, perché creare un neologismo?
Perché oltre al crimine indica il “movente culturale”, da ricercare nel maschilismo. Una donna uccisa in una sparatoria non è femminicidio; una donna uccisa dall’ex fidanzato che ancora la considerava una ” cosa di sua proprietà ” sì.
La tua spiegazione ni rende meno incomprensibile questo neoliberismo
Grazie
Ciao Sabrina! Rossana ha spiegato esattamente anche la mia opinione in merito 🙂
Volevo scrivere neologismo(t9 ti odio). C é sempre da imparare dalle opinioni altrui 😉
Ho appena letto i commenti sotto all’articolo di Repubblica sulla ragazza stuprata a Bologna. Penso sia meglio se ora vado a comprare un altro kg di kiwi.
A volte, dimenticarsi il cibo in frigo è lo sbaglio migliore…