Pochi giorni fa mia cugina, anni undici, mi ha detto che sono un tipo proprio attivo, perché il giorno prima ero andato in piscina, poi al corso di sceneggiatura e infine alle prove di teatro, cenando con un panino al prosciutto. Ha detto proprio così, “Ale, come sei attivo!”, facendomi immediatamente pensare a quei batteri dello yogurt che favoriscono la naturale regolarità della Marcuzzi. Per un attimo mi sono sentito il responsabile del processo intestinale della Marcuzzi, sì, cara Alessia, se caghi copiosamente ringrazia pure quelli come me.
Come sono attivo, ha detto mia cugina, e il complimento acquista maggior valore se si pensa che lei fa la quinta elementare (con brillanti risultati), pallavolo, violino e conosce tutte le relazioni che intercorrono tra le Winx, non so se mi spiego. Lei, che mi dette grande soddisfazione quando, a 8 anni, scrisse il tema “Descrivi il tuo mito” parlando di Katy Perry.
In realtà non c’è niente di attivo in me: faccio tutte queste cose per tenermi occupato. Riempio di plastica e sorrisi finti dei pomeriggi che altrimenti sarebbero costruiti sulle lacrime. Ho imparato che quando sto male devo svuotarmi del dolore più che posso, dopodiché posso analizzare scindere sezionare razionalizzare teorizzare capire, insomma: lavorare su di me. E poi basta, fine, si ricomincia, perché è così che funziona.
Stavolta non mi riesce.
Analizzo scindo seziono razionalizzo teorizzo cerco di capire e comunque lavoro, lavoro e continuo a lavorare. Penso – e non è facile navigare nella mente, perché svolti un angolo ed è un attimo che vieni inondato da ricordi, voci e possibilità – ma penso troppo. I miei amici, ognuno a suo modo, dicono che adesso devo smettere di pensare, specialmente di pensare a dove sbaglio e a dove ho colpa.
Pensare fa male alla pelle, come dicono gli Eva Mon Amour, pensare troppo fabbrica fantasmi e i fantasmi poi ti perseguitano.
Ecco perché sono attivo, cuginetta: per non pensare.
Tu non puoi credere che la ragione
debba dire a questo cuore come guarire.
Mi fa pensare ad un passo di De Silva che ho letto ieri: "E' che sono fatto così: quando mi sfugge l'andazzo della vita (che – dite pure il contrario, se credete- va per conto suo, un po' come il corpo che ognuno si ritrova), quando mi guasto e non mi so riparare, quando perdo i pezzi e non mi preoccupo nemmeno di capire dove sono finiti, l'unica cosa è fare dell'altro, lasciare che passi come un raffreddore."
Ti capisco bene Ale. Per non pensare io sto seguendo un corso di Photoshop. Ho trasformato una persona in un busto di marmo, per non pensare…
Quando tornerò dal mio Erasmus di un anno e mezzo, fra pochi giorni, credo proprio che come te dovrò analizzare scindere sezionare razionalizzare teorizzare capire, per evitare di pensare e di farmela prendere troppo a male vedendo la gente che mi circonda. ;)LuciusDay
In qualche modo, bisogna pur campare…
Ti capisco alla grande.. Il tema e simile a quello del mio ultimo post! Se hai voglia di buttarci un occhio il link e questo : http://blogpercomunicare.blogspot.it/?m=0
Peccato che io sia così passiva da non avere neanche la forza di scacciare i pensieri …
Quanto ti capisco… Pensa io per non pensare mi riempio di rumore, cose da fare, studio e letture… Che quando sto ferma e penso troppo mi sembra di stare sotto metri di terra…
A volte non basta neanche essere attivi per non pensare. Anche perchè poi arriva quel momento, la sera, in cui appoggi la testa sul cuscino ei pensieri si presentano tutti insieme.Tieni duro, ale 🙂
Anche io ho una precisione chirurgica nell'analizzare i miei buchi. Ma non se ne esce comunque.
…che sfiga che io tanto bene capisca quanto hai scritto…farefarefarefarefarefarefare pur di non pensare…
E' bene non dare troppo spazio alla mente…Proprio ieri mattina una tipa che ci faceva un seminario ci ha detto 4 meravigliose parole: la mente è stupida. Nel senso che la mente è come un pc, elabora e rielabora fino alla morte e noi ce ne prendiamo le conseguenze come quando stai al pc 20 ore di seguito e ti senti gli occhi stanchi e hai strani tic. Solo quando stai a contatto con qualsiasi tipo di calcolatore (mente inclusa) per un tempo limitato riesci ad ottenere i migliori risultati da lui, altrimenti è deleterio, sempre. Quindi fai bene a essere attivo Ale, è la migliore terapia 😉
Sei forte. Sono sicuro che riuscirai a buttarti tutto alle spalle e guardare avanti. Devi farlo per te. E per nessun'altro, Ale…
Ciao Ale, tu adori la musica. Prova a creare una compilation (preferibilmente strumentale) e a fare l'esercizio "nuda attenzione" anche muovendosi, ballando o come ti viene (il teatro ti aiuterà!). Esercizio qui: http://www.comunicazioneconsapevolezza.org/2012/04/la-tecnica-del-qui-e-ora.html
Sto seriamente pensando di stabilire come limite i trenta minuti anche quando dovessi riavere il pc funzionante.Solo che mi restarà pochissimo tempo per i commenti.Oh piano coi sospiri di sollievo, potrei decidere che per te posso fare un'eccezione. :-PCiao
c'è un premio per te! Passa a trovarmi :)http://blogpercomunicare.blogspot.it/
Hai citato gli Eva Mon Amour.Basta.Tu, per me, hai vinto TUTTO!
Anche Malibu Stacy sostiene che "Pensare fa venire le rughe".