Russian roulette
/19 Commenti/in Cose che mi succedono, Roba LGBT/da Alessandro BianchiÈ strano come passino mesi senza che tu senta parlare di una certa cosa, e poi in un solo giorno ti capita di averci a che fare diverse volte. Non vi è mai capitato? A me sì, ieri. L’ultima volta che avevo sentito parlare della Russia era quando mi sono informato sulla nazionalità delle Serebro, che sarebbero quelle graziose signorine che cantano Mama lover.
Nella foto, le Serebro mentre si allenano in macchina: ogni occasione è buona per esercitarsi. |
Invece, ieri ho avuto a che fare con la Russia per tre volte.
#1, Anna Karenina
Nella foto, Belen dove si meriterebbe di stare |
Sono andato al cinema all’aperto a vedere Anna Karenina, che praticamente è la storia di una donna che diventa molto libertina e per questo viene denigrata dall’alta società. Un po’ come Belen Rodriguez, se solo Belen Rodriguez non parlasse come un tricheco ferito, e se solo Belen Rodriguez fosse bella almeno un briciolo di quanto è bella Keira Knightley, e insomma non so se si è capito ma Belen Rodriguez non mi sta tanto simpatica.
Andare a vedere Anna Karenina si è rivelata una bella esperienza per vari motivi, che vado ad elencare: il conte Vronskij; il film che tutto sommato ha delle trovate interessanti; i baffi del conte Vronskij; la fauna umana presente in sala, costituita dal 95% da donne sulla cinquantina; gli occhi del conte Vronskij; nei momenti di più alta drammaticità, percepire gli eterosessuali maschi che se li dormivano sonoramente; le mani del conte Vronskij, sì, anche le mani.
#2, il tizio di Grindr che parla solo russo
Le premesse non erano delle migliori, insomma. Ma se c’è una cosa che ho imparato dalla Bibbia, è che quando sei curioso non è un reato così grave affidarsi a Satana. Che in questo caso è Google Translate. È iniziata una simpatica conversazione sull’Italia e sulla Russia, che è stata curiosamente interrotta quando mi ha chiesto se io avessi un’attività o una passività.
Tornato dal cinema, mi dispiaceva averlo abbandonato lì e allora gli ho chiesto quando sarebbe partito, e lui ha risposto che il giorno successivo sarebbe tornato a Mosca, e io mi sono tanto sentito Anna Karenina quando il conte Vronskij le dice che l’esercito lo convocava in quella fredda città del nord dove lui sarebbe morto pensando a lei e tutte le donnette in sala piangevano tranne quella che se ne è uscita con una considerazione piuttosto fuori luogo sulla collana di Keira Knightley.
#3, Putin approva la legge anti-gay
Già. In questi giorni in Russia ci sono degli scontri perché è stata appena approvata la legge che vieta la propaganda omosessuale. È una cosa che fa rabbrividire. In Russia non si può parlare bene di omosessualità, non si può parlare di gay ai minori, non si può far parte di associazioni che difendono i diritti lgbt, non si può essere pubblicamente omosessuali. Putin minaccia anche di sospendere i rapporti con i Paesi che permettono ai gay di sposarsi. Non è niente, se si pensa che in alcuni Stati l’omosessualità è punibile con la condanna a morte, ma a me fa strano pensare a questa situazione quando qui litighiamo su quanto sia o non sia esagerato un Gay Pride.
Il ventennale dell’evirazione di John Bobbitt da parte della moglie Lorena
/16 Commenti/in Cose extra/da Alessandro BianchiIl terremoto, Matteo e la nuova grafica
/25 Commenti/in Convenevoli/da Alessandro BianchiBuongiorno a tutti. Come potete facilmente arguire dalle vostre home di facebook o twitter, l’evento di oggi è il terremoto. A questo proposito, vi racconto che appena ho realizzato che quella che stava facendo tremare tutto era una scossa, ho iniziato a gridare ELISAAA ELISAAAAAAA, che sarebbe mia sorella, poi ho arraffato il cellulare e un orsetto di peluche (…già) e sono corso alla porta, che ovviamente era chiusa a chiave e la chiave non era inserita, così ho cominciato a cercarla, la chiave, e già mi stavo figurando la mia morte (“sarà il frigo a spappolarmi? o il forno a microonde? Dio speriamo non siano i manuali di cucina di mamma, ci tiene così tanto”) ma a quel punto tutto era già finito e fortunatamente eravamo vivi, compresa mia sorella che pensava che a fare tutto quel casino fosse stata la circolare. Questo vi può dare un’idea molto approssimativa di come stanno messi i mezzi pubblici lucchesi.
Il fatto che il terremoto sia l’evento della mattinata mi ha infastidito alquanto, perché l’evento della mattinata doveva essere LA FANTASMAGORICA E STUPENDISSIMA NUOVA GRAFICA DI ZUCCHERO SINTATTICO yeeeeee. Quindi, non posso in alcun modo esimermi dal ringraziare il mio amico Matteo Pollastrini (qui sotto disegnato), che è un bravissimo disegnatore e mi ha dato anche un sacco di consigli e aiuti con Photoshop. Quello che vedete lassù in alto a destra l’ha fatto lui, e sarei io. Ci tengo a precisare che non ho davvero la testa così grossa: è una caricatura. Lo dico perché magari volete provarci con me e vi frena il dubbio che io sia macrocefalo.
Comunque: sono stato fino alle quattro e mezzo di stanotte ad aggiornare la grafica, confrontandola anche sui vari browser. Però aiutatemi: se visualizzate male qualcosa fatemelo presente, qui sotto nei commenti. Se vi sembra di non vedere modifiche provate a cliccare su Aggiorna: le prime volte ci mette un po’ a caricare. Ma insomma oh, vi piace o no la nuova grafica?
Cose stupide da fare prima di morire #2
/11 Commenti/in Cose stupide da fare prima di morire/da Alessandro BianchiPicchiettare sulla spalla della deejay
e chiederle di mettere “Alfonso”,
bellissima e ingiustamente sconosciuta canzone di Levante.
Fatto ✓
– Ciao!
– Ciao
– La metti Alfonso di Levante?
– CHE?!
– Alfonso, di Levante
(le faccio leggere il titolo che mi ero sapientemente preparato sul cellulare )
– No amore, non ce l’ho
– BEH DOVRESTI È BELLISSIMA ECCO!
– Ciao
– La metti Alfonso di Levante?
– CHE?!
– Alfonso, di Levante
(le faccio leggere il titolo che mi ero sapientemente preparato sul cellulare )
– No amore, non ce l’ho
– BEH DOVRESTI È BELLISSIMA ECCO!
A volte vorrei essere come voi
/27 Commenti/in Me in bianco e nero/da Alessandro BianchiA volte vorrei essere diverso: a volte vorrei essere come voi. A volte vorrei essere come voi, che il vostro trauma più grande è l’abbandono di Anna Valle dal cast di Commesse 2. A volte vorrei essere come voi, che vi credete alternativi perché ascoltate i Muse. A volte vorrei essere come voi, che non dovete fingere di essere Mika quando dentro siete i Baustelle. A volte vorrei essere come voi, che non immaginate nemmeno quanta fortuna abbiate avuto nell’essere così incredibilmente poco riflessivi, che pensate che sia per merito vostro che adesso non avete preoccupazioni, che vi è cascata la felicità dal cielo come fosse una pioggia di diamanti. A volte vorrei essere come voi, che vivete in una massa e per la massa, che fate parte di un enorme esercito di soldatini di plastica, in mezzo a dialoghi di plastica ed emozioni di plastica. A volte vorrei essere come voi, che sudate soltanto quando siete in palestra, forse perché vi truccate prima di andarci, che non vi chiedete mai se siete tipi da aria condizionata o da finestrino abbassato, che ce l’avete tanto con la società omologata ma alla fine trovate un conformismo nel vostro anticonformismo.
E poi penso che tutto sommato mi va bene anche come sono io, antipatico, paranoico, incapace, pigro, solo, e da finestrino abbassato, perché almeno non sono come voi.
Il foglietto illustrativo
/25 Commenti/in Cose che mi succedono/da Alessandro BianchiSiccome quella fastidiosa e invalidante malattia dell’omosessualità non era sufficiente, ho appena scoperto di essere anche affetto da una leggera anemia. Niente di grave, comunque: è tutta una scusa per mangiare più rosticciana. Ad ogni modo, il dottore mi ha prescritto degli integratori di ferro da unire alla mia dieta: sono pilloline rosa molto gay e si chiamano TardyFer (lo scrivo col solo scopo di attirare qua lo spam delle case farmaceutiche, perché sinceramente mi sono rotto di cancellare i commenti di queste fantomatiche tizie che pubblicizzano sul mio blog simpatiche performance erotiche: insomma, datemi dello spam normale, non so, pubblicizzatemi cose come la droga o Alemanno, ma basta sesso, basta, ve lo chiedo per favore).
Ora, apro la confezione degli integratori e sfilo il foglietto illustrativo. Innanzitutto diciamo che l’utilizzo del termine “foglietto”, come se si trattasse di uno strappo di carta igienica, è totalmente improprio. Mi sono trovato a srotolare un papiro che potrebbe tranquillamente contenere un bignami dei Promessi Sposi.
In secondo luogo: che ansia. Assumendo un’innocente pasticchina rosa io potrei contrarre*: nausea, stanchezza, mal di stomaco, diarrea, feci di colore nero, reazioni allergiche della pelle come orticaria, eruzione cutanea, prurito, avvelenamento, improvvisa voglia di cantare come Vasco Rossi, ginocchio della lavandaia, colera, morte, piedi a papera, irritazione gastrointestinale, dondolamento, disperaptecsia, gomito del tennista, essere Giovanardi**, urina ballerina, desiderio di leggere Twilight al vicino sull’autobus, spoiler su Game of Thrones, coliche renali. Manca solo l’eterosessualità.
* alcuni dei seguenti effetti collaterali potrebbero non essere veri effetti collaterali
** nei casi più gravi
Istantanee riflessioni che meriterebbero dei post a parte se solo non fossi affetto da accidia intellettuale
/14 Commenti/in Cose che mi succedono, Cose che penso/da Alessandro Bianchi#1
Per definire lo stato sociale di un individuo, più che compilare il RID, bisognerebbe analizzare i biglietti da visita dei propri barbieri. L’altro giorno stavo parlando col mio amico Lorenzo riguardo al fatto che avremmo dovuto andarci a tagliare i capelli, dato che lui sembra la versione cocainomane di James Blunt e io quella di Wolverine senza tutti quei muscoli né lo sguardo ammiccante né tutte le cose sexy di cui Hugh Jackman è invece fornito. Insomma è venuto fuori che il suo barbiere ha un biglietto da visita trasparente con epiche frasi in inglese tipo HAIR STYLIST e ti manda un sms automatico per ricordarti quando hai l’appuntamento, mentre il mio barbiere, che si chiama Paolo ed è sfatto dalla nicotina, ha un biglietto da visita su cui ti fa i timbrini, e se arrivi a dieci c’hai un taglio omaggio, che è una cosa utile ma fa un po’ reparto macelleria della Conad.
#2
Al mio corso di sceneggiatura c’è un ragazzo di sedici anni che dice di aver smesso di andare a scuola perché i giovani di oggi sono troppo superficiali. “Non è mica vero”, ho pensato io intanto che scribacchiavo una classifica di gradimento sui migliori remix delle Icona Pop. Comunque, al di là dei facili giudizi su questo ragazzo che comunque stimo anche perché è mio amico su facebook e c’è la possibilità che legga questo post per cui sono costretto a dire cose belle ora posso anche chiuderla questa parentesi priva di punteggiatura vi prego fatemi mettere una virgola, comunque, dicevo, c’è da dire che ha una cultura cinematografica immensa. Ha visto tutto Fellini, Antonioni, Kubrick, ha visto tutto ciò che c’è di importante. Ma ciò che non è importante? Non è altrettanto importante il cinema non importante? La prossima volta lo interrogo sulla filmografia di Lindsay Lohan, voglio vedere. E terminerò le domande dicendo “È tutto”, che è una chiara citazione di Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada ma lui non potrà coglierla.
#3
Stanotte, invece del solito sogno sul mio ex che ormai so a memoria e tra l’altro approfitto per comunicare al mio inconscio che gradirei alquanto un leggero cambio di canovaccio se non proprio del finale ma insomma oggi m’è presa con questi periodi lunghi senza punteggiatura che neanche James Joyce, dicevo, stanotte ho sognato che ero in una taverna messicana con vari amici. A un certo punto arriva l’animazione del locale e mi mette davanti un boccale di roba grigia e una fetta di limone, e mi dice di bere. Io chiedo Is this a joke? perché evidentemente anche nei sogni e anche in inglese ho bisogno di essere preciso con la grammatica (una qualità che non serve a niente nella vita, ma ve ne parlerò poi) e questo tipo mi fa di sì con la testa e aggiunge che è una bevanda disgustosa fatta con latte e caffellatte. Così mi rifiuto di bere. E questo mi fa incazzare, innanzitutto perché latte + caffellatte = caffellatte, dove sta la disgustosità della cosa mi chiedo, e poi perché ho smesso di mettermi in gioco perfino nei sogni. E non va bene.