La linea della maturità sentimentale
/38 Commenti/in Cose che penso/da Alessandro BianchiMilano e un rosso splendore [Florence + The Machine 20.11.2012]
/14 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro Bianchifoto di Linda Paladini |
Anch’io porto pantaloni rosa
/49 Commenti/in Roba LGBT/da Alessandro BianchiVedi, è successo che un quindicenne si è suicidato, e pare che sia perché era vittima di bullismo omofobo. E in questo Paese in cui esiste il curioso mestiere dell’opinionista, tutti hanno voluto dare il proprio parere. Anche gli idioti, ed è per questo che oggi mi è capitato di leggere cose come Era debole, io venivo preso in giro per gli occhiali ma non mi sono mai suicidato, o anche Se l’è cercata perché se non vuoi morire non te li devi mettere, i pantaloni rosa, o anche, senti questa che è favolosa: Non condivido il suo gesto estremo.
Che forse sono cose un po’ superficiali da dire, e forse il tempo potrebbe essere impiegato meglio, per esempio stando zitti. Ma che ne sapete voi di cos’è essere gay e avere quindici anni. Che ne sapete voi di com’è interrogarsi ogni giorno sapendo di essere sbagliati e sperare (sperare, dico, sperare!) che sia una fase, che passerà. Che ne sapete voi di quanto sono fragili alcuni ragazzi, e di quanto sono crudeli altri.
Vedi, quando dico che è meglio non dire frocio o finocchio o tutta una lunga serie di sinonimi che potete tranquillamente ascoltare guardando Colorado Cafè, non lo faccio perché mi sento personalmente offeso dal fatto che tu mi chiami frocio o finocchio. E magari ci credo che tu non sei omofobo e che quando dici frocio o finocchio lo fai per scherzare, okay.
Ma metti che quando dici frocio o finocchio lì vicino c’è la tua cugina piccola, o il tuo fratellino, o una persona dalla mentalità chiusa o influenzabile o troppo debole. Allora può succedere – e non sto a dirvi tramite quali meccanismi facilmente intuibili – che nel suo cervello chiuso o influenzabile o troppo debole s’insinui inconsciamente l’associazione gay uguale brutta cosa.
Esclusivo: ho scoperto a cosa serve twitter
/35 Commenti/in Cose che mi succedono/da Alessandro BianchiLa sindrome del bravo ragazzo #2
/26 Commenti/in Cose extra/da Alessandro BianchiLa sindrome del bravo ragazzo #1
/22 Commenti/in Cose che mi succedono/da Alessandro BianchiL’intesa dei single
/40 Commenti/in Cose che mi succedono, Cose che penso/da Alessandro BianchiSvitatopoli
/33 Commenti/in Cose che mi succedono/da Alessandro Bianchi– Lucca Comics and Games 2012 –
Ma la seconda cosa che collego a Novembre sono i Lucca Comics and Games.
Lucca Comics and Games è la più grande fiera italiana, e terza nel mondo, dedicata al fumetto, ai giochi, ai videogiochi, all’animazione e a tutto ciò che riguarda il fantasy. Per quattro giorni la città si riempie di padiglioni, mostre, fumetti, libri, giochi, film, costumi e, sopratutto, gente.
Vivo in una città bellissima. Per quanto sia contrario a questo aggettivo a volte troppo inflazionato, c’è poco da fare: Lucca è una città bellissima. Eppure non si può dire che sia una città molto viva: le cose da fare sono sempre le stesse e cioè una manciata di pub e di cinema e il vuoto disperato in qualsiasi momento che non è sabato sera. È per questo che nel periodo dei Comics è tanto divertente uscire: perché vengono sfruttate davvero tutte le opportunità che Lucca offre, che sarebbero infinite.
E poi c’è un altro motivo che mi fa amare alla follia i Lucca Comics and Games. Che vai in giro per la città e vedi ragazzi impazzire perché nello stand là c’hanno il primo numero di un qualche fumetto, o vedi in giro persone mascherate dai personaggi di videogiochi o di cartoni animati o più probabilmente di manga di cui ignori l’esistenza, oppure senti dei discorsi tipo “Infliggi un danno a una creatura bersaglio” “Sì ma devi tappare tre montagne” “Contromagia” “No che stronzo”, oppure sei lì che passeggi sulle Mura di notte e ti ritrovi nel bel mezzo di una battaglia, con due eserciti armati di spade di gomma che se le danno di santa ragione e si incitano al grido di Dalle ceneri alla vittoria!, oppure che ti ritrovi al concerto di Giorgio Vanni a cantare a squarciagola la sigla dei Pokemon, oppure puoi assistere allo spettacolo impagabile di un bambino a cui si illumina il viso perché ha visto Spiderman che è il suo eroe preferito e adesso lo abbraccia forte e ci fa la foto insieme.
Foto di Laura Leitermann |
Sapete, i lucchesi sono animali un po’ strani. C’è tutta una categoria di lucchesi che pensa di vivere a Milano. O meglio, vorrebbe vivere a Milano, ma senza il caos di Milano. Quando cresci a Lucca, sei portato a pensare che la cosa giusta da fare nel weekend sia indossare pantaloni beige e maglioncino firmato e andare nel tuo solito localino a fare un ape con lo spritz mentre parli di calcio o della tipa che hai conosciuto in palestra.
Poi cresci, e capisci che non è necessario sottostare a queste regole sociali, ma non importa, perché per quattro giorni all’anno puoi rivendicare il tuo diritto di avere passioni diverse, di essere diverso, di appartenere a quella amabile popolazione di svitati che invade la città, di essere un orgoglioso cittadino di Svitatopoli.
Foto di Laura Leitermann, Francesca Ramacciotti e mie |
Ecco perché amo Lucca Comics and Games. Perché abbiamo trecentosessantuno giorni l’anno per non avere le strade bloccate dal traffico o la rete cellulare che funziona, abbiamo trecentosessantuno giorni l’anno per fare le stesse cose e dormire, abbiamo trecentosessantuno giorni l’anno per essere tutti uguali e tutti giusti, ma ne abbiamo solo quattro per essere felicemente svitati.
A proposito. Io, ai Comics, mi sono comprato un neurone: