E mi chiede, come va? […] Potrei dire: adesso che ti vedo capisco quanto mi sei mancata, e la sola idea che tu sparisca di nuovo mi fa morire, ti amo, ti amo, ti amo e se mi rispondi “sarai mica scemo”, giuro che mangio tutti questi pesci crudi e due chili di pane con la mollica poi mi butto nella pozza gelida, mi verrà una congestione, annegherò e avrai rimorso tutta la vita.
Alla fine dico soltanto: va bene, insomma, e tu?
[ cit. Stefano Benni – Saltatempo ]
Speranza
/1 Commento/in Uncategorized/da Alessandro BianchiLa speranza è davvero l’ultima a morire:
prima che muoia c’è tutta una serie di figure di merda da fare…
.
/1 Commento/in Quotes/da Alessandro Bianchi“Ho mentito. Non sono… fuori dal nostro rapporto, ci sono dentro talmente tanto che sono umiliata perché sono qui a supplicarti.”
“Meredith…”
“Sta’ zitto! Tu dici Meredith e io urlo, l’hai dimenticato? Ok, ecco qui. La tua scelta è semplice, lei o me. Io sono sicura che lei è una gran donna, ma vedi io ti amo, in un modo veramente incredibile, cerco di amare i tuoi gusti musicali, ti lascio l’ultimo pezzo di torta, potrei saltare dalla montagna più alta se me lo chiedessi e ciò che mi porta ad odiarti mi spinge ad amarti per cui prendi me, scegli me, ama me.”
Il dolore ti colpisce in tutte le sue forme: una fitta leggera, un pò di amarezza, un dolore che va e viene, la normale sofferenza con cui conviviamo tutti i giorni. Poi c’è un tipo di sofferenza che non riesci ad ignorare. Una sofferenza così grande che cancella tutti gli altri pensieri, che fa scomparire il resto del mondo. E a un certo punto non riusciamo a pensare ad altro che alla nostra grande sofferenza. Come affrontiamo il dolore dipende da noi. Il dolore: ci anestetizziamo, lo accettiamo, lo elaboriamo, lo ignoriamo. E per alcuni di noi il miglior modo per affrontarlo è conviverci. […] Il dolore… devi aspettare che se ne vada, sperare che scompaia da solo, sperare che la ferita che l’ha causato guarisca. Non ci sono soluzioni né risposte facili. Bisogna fare un respiro profondo e aspettare che il dolore si nasconda da qualche parte. La maggior parte delle volte il dolore può essere sopportato, ma a volte il dolore ti afferra: quando meno te lo aspetti ti colpisce sotto la cintura e non ti lascia in pace. Il dolore… devi solo conviverci, perché la verità è che non puoi evitarlo e la vita te ne porta sempre dell’altro.
E i quadrifogli sono sempre nel mio portafogli,
e stanno morendo, proprio come me.
Yes we can
/4 Commenti/in Cose che penso, Cose extra/da Alessandro Bianchi( Il titolo di questo post è dedicato a Barack Obama, nella speranza che anche il mio piccolo contributo possa cambiare le sorti economiche degli Stati Uniti. Ma avete notato che i mercati si alzano e s’abbassano anche in base alle cazzate che dicono i politici? Se Obama fa il discorso alle sette e mezzo invece che alle otto New York perde meno punti, roba da matti! )
( Ricordo che gli Stati Uniti d’America hanno perso il grado di AAA. Sigla che io pensavo fosse usata solo per le pile mini stilo )
( Ora inizia il post, giuro eh )
Un mesetto fa si laureava il mio amico Lore, che poi è anche un mio collega e ovviamente il mio guru (non posso spiegarvi perché è il mio guru, perché non ricordo come mai avevo iniziato a chiamarlo così. Forse al tempo mi piaceva la parola).
Oltre alle congratulazioni già espresse direttamente al bastardo in questione – posso offenderlo quanto voglio tanto secondo i miei calcoli adesso è in vacanza in America e non mi leggerà, e se anche per caso venisse a scoprire di queste righe a lui dedicate penserà che le dico bonariamente, perché quel lurido stronzino sa che io sotto sotto gli voglio bene – è stata un’occasione per riflettere sul mio futuro accademico.
Tutto è partito da una domanda estremamente fondamentale: come mi vestirò il giorno della mia laurea? Prima di poter pensare a una risposta, mi sono venute in mente diverse cose, che vado a riportare:
1) Perché preoccuparsi di come mi vestirò? In fondo, quando mi laureerò io, potrà benissimo esserci una cultura diversa, e magari la moda del tempo sarà andare a giro nudi.
2) Quando mi laureerò io, potrà essersi già spento il sole, e gli esseri umani superstiti per poter sopravvivere potranno essere costretti a vivere sottoterra, vicino al nucleo, e i vestiti non saranno molto importanti allora.
3) Quando mi laureerò io, non è impensabile che ogni forma di energia si sarà ormai estinta, quindi i computer non avranno più senso di esistere, quindi nemmeno l’Informatica avrà molto senso, e magari io sarò passato a studiare Scienze della Pace (molto più utile), o avrò lasciato l’università dedicandomi ad altro, come cucire palloni da calcio. Perché si sa che può succedere di tutto nel mondo, ma il calcio sarà sempre ottusamente seguito.
Ecco, ho passato tutto Luglio ad enucleare considerazioni di questo tipo. Tuttavia, poco fa mi sono trovato a fare la conta degli esami. Ebbene, è con sommo gaudio che annuncio che mi mancano sei esami alla laurea.
Sei esami.
(minuto di silenzio, grazie)
Per carità, esami difficili, ma… sono sei!
Sei, six, seis, sechs, 六個!
Avete idea della forza psicologica di questo numero?! Voglio dire: sei esami!
Meno dei sette nani!
Meno delle dieci ballerine del saloon!
Meno degli anni di Ruby! (credo)
Sono gasato a bestia. Sono avanti bao necci. Spacco tutto. Yo yo a bombazza fratello. Vedo la luce.
Spero solo che non siano gli abbaglianti di un tir contromano.
La ricetta dell’acidità di stomaco te la dà il Mulino Bianco
/2 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro BianchiSopravvivere
/4 Commenti/in Cose che penso/da Alessandro Bianchi“E che c’è da fare? C’è da andare avanti, c’è da sopravvivere”
“Per forza” – silenzio, poi aggiunge –
“Ma all’inizio non è che se ne abbia così tanta voglia, di sopravvivere”
Il tuo aereo precipita, oppure la tua nave subisce un naufragio. E ti ritrovi su un’isola deserta, con niente. E ti devi procurare il cibo, l’acqua, un riparo. Ti devi difendere dalle belve feroci. Devi socializzare con qualcuno, quindi ti metti a parlare con una noce di cocco a cui avrai opportunamente disegnato gli occhi e la bocca.
Il tòpos dell’isola deserta lo odio. Per carità: molto pratico per ambientare romanzi e film d’avventura, ma un po’ troppo inflazionato. Come se fosse necessario un naufragio per dimostrare le tue capacità di sopravvivere.
Ci sono cose molto più difficili.
E parlo con la poca esperienza di un ventiduenne che sicuramente non è naufragato su un’isola deserta, né ha vissuto i peggiori traumi che la vita può gentilmente offrire.
Eppure ho la certezza che una mente debole e sensibile possa arrecare molto più dolore che le intemperie con cui deve confrontarsi un naufrago. Chi ha una mente debole e sensibile arriva a sperarlo, un naufragio. Dolore fisico, datemi del dolore fisico. Voglio un naufragio, o un masso di una tonnellata che mi precipiti addosso, o incontrare una ghenga di teppisti con delle mazze da baseball. Perché il dolore fisico è… fisico. E siamo inclini a pensare che prima o poi passerà, e che ci sono le medicine; e comunque la causa di un dolore fisico è fisica.
La sofferenza che ti viene da dentro non è localizzabile in qualche punto del corpo. Non esce sangue da tamponare. Non c’è una ferita a cui mettere i punti. È solo che è dentro, e basta.
La sofferenza che ti viene da dentro non è curabile con delle medicine. Non c’è una terapia. Puoi consultare tutti gli psi-cologi/-chiatri/-coterapeuti che ti pare, ma la cura è la più difficile che esista: te stesso. La cura non può venire dall’esterno. È invece questione di convinzione, di un po’ di fortuna e soprattutto di forza. E la forza non la vendono in pillole.
Non esiste lo sciroppo dello stare bene.
Non esiste lo sciroppo dello stare bene.
Non esiste lo sciroppo dello stare bene.
E lo posso scrivere tre volte essendone sicuro, perché io l’ho cercato questo sciroppo, e in varie forme. Magari potevo avere l’illusione di stare meglio per qualche ora, ma invece non era nemmeno una tregua. Non ci sono tregue, se non ti vuoi bene. In questo mondo sei da solo, e la prima cosa che devi imparare è badare a te stesso. Sopravvivere. Non è prevista ricompensa, solo la punizione in caso di fallimento. Non sono previsti aiuti esterni.
Solo tu, e le tue unghie.
I’ve got all my life to live
I’ve got all my love to give
And I’ll survive
I will survive.
Anima Mentalmente Ynstabile
/0 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro BianchiLa morte di Amy Winehouse ha avuto un piccolo effetto positivo: farmi venire a conoscenza di questa canzone, che sembra scritta per me, e che mi fa domandare se le mie lacrime si asciugheranno mai da sole.
All I can ever be to you,
Is a darkness that we knew,
And this regret I had to get accustomed to,
Once it was so right,
When we were at our high,
Waiting for you in the hotel at night,
I knew I hadn’t met my match,
But every moment we could snatch,
I don’t know why I got so attached,
It’s my responsibility,
And you don’t owe nothing to me,
But to walk away I have no capacity
He walks away,
The sun goes down,
He takes the day but I’m grown,
And in this grey, in this blue shade
My tears dry on their own,
I don’t understand,
Why do I stress a man,
When there’s so many better things at hand,
We could a never had it all,
We had to hit a wall,
So this is inevitable withdrawal,
Even if I stop wanting you,
A Perspective pushes thru,
I’ll be some next man’s other woman soon,
I shouldn’t play myself again,
I should just be my own best friend,
Not fuck myself in the head with stupid men,
He walks away,
The sun goes down,
He takes the day but I’m grown,
And it’s OK,
In this blue shade,
My tears dry on their own,
So we are history,
Your shadow covers me
The sky above,
A blaze only that lovers see
He walks away,
The sun goes down,
He takes the day but I’m grown,
And it’s OK,
In this blue shade
My tears dry on their own,
I wish I could say no regrets,
And no emotional debts,
And as we kiss goodbye the sun sets,
So we are history,
The shadow covers me,
The sky above a blaze that only lovers see,
He walks away,
The sun goes down,
He takes the day but I’m grown,
And it’s OK,
In this blue Shade,
My tears dry on their own,
He walks away,
The sun goes down,
He takes the day but I’m grown,
And it’s OK,
My deep shade,
My tears dry
He walks away,
The sun goes down,
He takes the day but I’m grown,
And it’s OK,
My deep shade,
My tears dry