Il sole
/0 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro Bianchi
Domande, #3
/4 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro Bianchista preparando Antropologia?
accadono, ed accadono esattamente nel momento peggiore in cui potrebbero farlo?
può essere causato dal continuo fissare lo schermo vuoto di un computer,
schermo che dovrebbe essere pieno di codice in linguaggio C?
E’ lo schermo che fa venire il mal di testa?
Oppure è il vuoto, presente nonostante i tuoi sforzi mentali di riempirlo?
di tornare in un locale con la stessa camicia di due settimane prima?
Se il valore di gravità è superiore a 6, può costituire una scusa
per potermi comprare una camicia nuova?
E’ vero o non è vero che le ragazze
hanno una pelle meno termosensibile di quella dei ragazzi?
E’ per questo motivo che riescono a indossare gli short
anche quando la temperatura è simil-autunnale?
di una foto di un volto
che indossa un paio di occhiali da sole?
Per caso, esiste una legge di natura etico-sociale
che spieghi come mai quando hai fatto tanti sforzi per arrivare a una condizione ambita
automaticamente succede qualcosa che cerca in tutti i modi di riportarti a quella di partenza?
L’ultimo dubbio, quello davvero senza risposta, posso porvelo?
Poniamo che ci sia un’occasione X da sfruttare,
e che ci sia la possibilità – neanche troppo remota – che sfruttando l’occasione si rovini una situazione Y.
E’ preferibile tentare X o salvaguardare Y?
Ci pensi ogni tanto alle rane?
/2 Commenti/in Cose che mi succedono/da Alessandro Bianchi
- Il concerto comprendeva, oltre ai Baustelle, anche Samuel Katarro, i Perturbazione, La fame di Camilla e il Teatro degli Orrori. Dicevamo, dei Baustelle?
- Mojito. Wow. No, dico. Wow.
- Siamo arrivati a concerto iniziato. Ci siamo persi Katarro. Anche lui si è perso il nostro.
- I Perturbazione conquistano punti col ritornello de “Il senso della vite”. Una ‘e’ che rivaluta completamente tutto il resto.
- Andare al concerto del Teatro degli Orrori è un po’ come farsi una canna. Ne avrò respirate sei, ieri.
- Andare al concerto del Teatro degli Orrori è un po’ come farsi un’ora di Tesmed. Ad ogni urlo mi vibrava tutto il petto.
- Il Teatro degli Orrori ha una canzone davvero bella: l’ultima, qualunque essa sia.
- I Baustelle si fanno desiderare. La musica classica fa loro da sottofondo per la terza volta. Una scelta di Francesco, ormai è chiaro. Ha stile, quel ragazzo.
- Francesco Bianconi sale sul palco e va al microfono. Pure il saluto è impeccabile. Però da Luglio gli sono cresciuti i capelli, ho notato.
- Eravamo sotto il palco, a un metro neanche dalla sicurezza. Potevo vedere gli occhi dilatati di Rachele. Se li avesse tenuti aperti (lei suona e canta a occhi chiusi).
- Rachele è elegante come al solito. Non c’è un movimento che stoni
- Sarà che eravamo dalla parte opposta del palco, ma avrò visto Claudio sì e no tre volte.
- Un’ora prima, io a Giuli: “Speriamo che non facciano I provinciali, è una di quelle che conosco meno”. Lei: “Eh, infatti!”. Cominciano con I provinciali.
- I provinciali, Le rane, Gli spietati, La moda del lento, La guerra è finita, En, Gomma, La canzone del parco, Il corvo Joe, Il sottoscritto, Antropophagus. Mi sembra siano queste, non necessariamente in questo ordine.
- Ancora una volta: emozione.
Syntactic Sugar Awards
/0 Commenti/in Cose che mi succedono, Cose extra, Me in bianco e nero/da Alessandro Bianchi
(No, ho appena deciso che questa parentesi di suspense non la metterò più, è troppo difficile inventarsi una frase per tutte le volte!)
(Ovviamente il premio è stato deciso dopo un’attenta valutazione, sia ben chiaro. Amiamo fare le cose per bene, qui a Zucchero Sintattico! Niente favoritismi o che, ecco.)
(link)
(evitare ogni genere di commento)
No? E se con ‘appuntalapis’ io intendessi
il tuo numero di telefono?”
(link, scusate per il video patetico, non credo esista quello ufficiale)
Il premio per il piatto migliore dell’estate 2010 va a…
Amo l’affidabilità dei miei amici
/0 Commenti/in Cose che mi succedono/da Alessandro BianchiLe dodici fatiche di Ercole, versione mondo moderno
/3 Commenti/in Cose extra/da Alessandro Bianchi
Seconda. Ballare Waka Waka con un Cuba Libre nella mano destra, facendo attenzione a non farne cadere neanche una goccia. Vi giuro che è un casino, quando fa “eh eh”!
Terza. Trovare parcheggio.
Quarta. Lavare l’auto senza indossare la cintola dei pantaloni. La cosa particolarmente ostile sta nel non scomporsi quando ad ogni gomitata calano tre cm di jeans, che vanno a terra definitivamente quando stai correndo per andare a chiudere l’acqua.
Quinta. Entrare a Viareggio. Notarne la curiosa viabilità. Uscirne, sani di mente.
Sesta. Guardare un video di GemmaDelSud per almeno dieci minuti, senza: ridere; commentare; vomitare.
Settima. Silvio Berlusconi: evitare di domandarsi come mai ha il potere.
Ottava. Facebook. E non aggiungo altro.
Nona. Orientarsi sui siti degli atenei. Magari capirci qualcosa. Non chiedersi se non sia necessario già essere laureati per poter iscriversi a qualcosa.
Decima. Trovare lavoro (con o senza laurea).
Undicesima. Scommettere sull’età di Anna Tatangelo. Non rabbrividire, una volta andati su Wikipedia per controllare.
Dodicesima. Trovare una dodicesima fatica di Ercole nel mondo moderno. Oh, eccola!
Correlazioni alcolico-teologiche (2)
/1 Commento/in Uncategorized/da Alessandro Bianchi[ NdA: la parte teologica, qui, sta nel fatto
che dopo una disgrazia viene abbastanza naturale
invocare il nome di Dio invano ]
Correlazioni alcolico-teologiche
/1 Commento/in Uncategorized/da Alessandro BianchiL’inferno non esiste.
Call me Alejandro
/4 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro Bianchi
And I know that you may love me
But I just can’t be with you like this anymore
Alejandro
She’s got both hands
In her pocket
And she won’t look at you (won’t look at you)
She hides true love
En su bolsillo
She’s got a halo around her finger
Around you
You know that I love you boy
Hot like Mexico
Rejoice
At this point I’ve gotta choose
Nothing to lose
Don’t call my name
Don’t call my name
Alejandro
I’m not your babe
I’m not your babe
Fernando
Don’t wanna kiss
Don’t wanna touch
Just smoke my cigarette and hush
Don’t call my name
Don’t call my name
Roberto
Alejandro
Alejandro
Ale-Alejandro
Ale-Alejandro-e-ro
Stop
Please, just let me go
Alejandro
Just let me go
She’s not broken
She’s just a baby
But her boyfriend’s like her dad
Just like a dad
And all those flame that
Burned before him
Now he’s gotta firefight
Got-cool the bad
You know that I love you boy
Hot like Mexico
Rejoice
At this point I’ve gotta choose
Nothing to lose
Don’t call my name
Don’t call my name
Alejandro
I’m not your babe
I’m not your babe
Fernando
Don’t wanna kiss
Don’t wanna touch
Just smoke my cigarette and hush
Don’t call my name
Don’t call my name
Roberto
Alejandro
Alejandro
Ale-Alejandro
Ale-Alejandro-e-ro
Don’t bother me
Don’t bother me
Alejandro
Don’t call my name
Don’t call my name
Bye Fernando
I’m not your babe
I’m not your babe
Alejandro
Don’t wanna kiss
Don’t wanna touch
Fernando
Don’t call my name
Don’t call my name
Alejandro
I’m not your babe
I’m not your babe
Fernando
Don’t wanna kiss
Don’t wanna touch
Just smoke my cigarette and hush
Don’t call my name
Don’t call my name
Roberto
Alejandro
Alejandro
Ale-Alejandro
Ale-Alejandro-e-ro
P.S. Mi scuso con la serietà con cui ho concluso questo post. Avevo iniziato molto ironicamente, poi ho deciso di prendere una piega pseudo professionale, che spero sia stata apprezzata. Ad ogni modo, sempre lunga vita alle scemenze!