Tagliare
/5 Commenti/in Cose che mi succedono/da Alessandro Bianchi
Così ho chiesto un parere alla mia famiglia. Con “ottimi” risultati, come potete notare dalla testimonianza iconografica che riporto qua sotto:
Ottimo. Mia sorella manifesta piuttosto violentemente la sua preferenza per il no, quindi mia mamma barra la casella del sì. Mio papà sfoggia la sua pratica diplomazia mettendo una ics su entrambi i riquadri e corredando tutto con un commento equilibratore. Ringraziamo la famiglia per l’aiuto che non manca mai di dare! A questo punto non avevo altra scelta che decidere da solo (cosa che comunque avrei fatto anche se i famigliari avessero indicato una direzione più precisa rispetto a quella data).
Tagliare. Legami che si spezzano, legami che ricrescono. Ponti che non verranno mai ricostruiti, altri che verranno tirati su dal nulla. Recidere, troncare, tagliare. Aprire capitoli nuovi. Porre un punto sul passato. Voltare determinate pagine. Iniziare, ricominciare, rinascere. Cambiare.
(Sì, lo so: ho voluto trovare un’allegoria anche qui. Cazzarola, Ale, sono solo capelli!)
Così mi presento dal barbiere che per prima cosa mi chiede se voglio fare anche lo shampoo. Ehh, mi sa che ne avrai bisogno tu… – rispondo. Per un attimo penso al lavoro che lo attende, e provo pena per lui. Poi mi ricordo che IO sono la vittima, e LUI l’assassino. Nessuna compassione per gli assassini. Dopo avermi lavato i capelli, mi fa accomodare sulla seggiolina e mi guarda attraverso lo specchio con la tipica dolcissima sfranta espressione dei barbieri, quella che tradotta in parole sta per “Allora, come li facciamo?”.
Eh, è una cosa un po’ delicata – comincio, e lui deve aver capito che faccio sul serio perché si accomoda accanto a me con fare allarmato, e mi ascolta guardandomi negli occhi direttamente, non più tramite il riflesso. Vorrei fare un taglio radicale. Gli spiego le varie “specifiche” (oddio quanto mi sento informatico, adesso che ho usato questo termine!) e lui va a prendere un catalogo ripieno di modelli con aria da superfighi. Io indico quello col taglio giusto, e il barbiere si mette a lavoro.
Il risultato è per quei pochi eletti che avranno la fortuna di vedermi dal vivo. Non dispongo di macchine fotografiche adesso, senza contare che voglio lasciare un ricordo dei miei capelli lunghi (come nella nuova foto del profilo che, diciamolo, è strafiga). Ho un po’ di nostalgia per i miei vecchi capelli, ma non sono totalmente orribile, anche se il barbiere non è riuscito a farmi una particolarità che volevo. Intanto, piangiamo un po’ su una foto dei caduti.
Citazione indotta dal desiderio etilico
/2 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro Bianchi
la seconda – in qualche modo – perdona il gesto.
We are young
/3 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro BianchiLo strano specchio
/2 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro Bianchisognato da: Alessandro Bianchi
in data: 13 Agosto 2010
genere: grottesco/drammatico
Mi trovo su una nave. Probabilmente sto andando in vacanza, oppure ritornando. Con me ci sono svariate persone, ma riesco a ricordare solo alcuni miei amici: Vezio, Nicola F. e il Geno. Nessuno dei tre avrà un grande ruolo in questo sogno, o perlomeno non ricordo se lo ha avuto.La nave è arrivata al porto, sta attraccando (si dice “attraccando”, vero?). Bene. Il Geno – noto per la sua incapacità di parlare senza usare una voce tonante – mi urla di prendere la valigia. Chiaramente io non la trovo. Sono disperato, vado in giro per la nave a cercarla. Le pareti di ogni stanza hanno delle tonalità bianche o azzurrine. Nelle varie cabine trovo le situazioni più assurde e ambigue, ma della valigia neanche l’ombra.Alla fine entro in una cabina. Il pavimento è celestino – lo stesso celeste della tenda della camera dei miei – con dei minuscoli fiorellini bianchi. La valigia non c’è ma sulla parete c’è un grandissimo specchio. Lo guardo, e vedo che il mio riflesso non ha gli occhiali. “Oddio, gli occhiali! Li ho persi?” grido, tutto preoccupato. Mi tocco il viso e scopro che in realtà gli occhiali ci sono! Mi specchio ancora, e il riflesso si rifiuta di mostrarmi gli occhiali. Non solo: sullo specchio ho una faccia deformata, storpiata, quasi vecchia (e oggettivamente… più brutta dell’originale!). Comincio a gridare, entrano Vezio e il Geno che mi chiedono se ho trovato la valigia. Rispondo che non ho più nemmeno gli occhiali, e dico loro di non guardarmi con questa nuova faccia deformata. Non ricordo più altro…
Lettera dal mese di Luglio
/1 Commento/in Cose extra/da Alessandro BianchiPer questo adesso sparisco e fino all’anno prossimo mi darò colpi di cilicio per punirmi.
No, non è vero che promette bene.
Ma se non lo si vive, non lo sapremo mai.
Auguri,
tuo affezionatissimo
Luglio
Pillole di Ale, volume primo [ 1 ÷ 4 ]
/3 Commenti/in Uncategorized/da Alessandro Bianchi#1
Se stai perdendo la fiducia in te stesso,
#2
#3
#4
Autoquote
/1 Commento/in Uncategorized/da Alessandro BianchiSe i delfini fossero davvero così intelligenti,
eviterebbero di chiamare “Flipper” ogni loro figlio
necessario per dare il nome
a questa nuova megalomane rubrica ]