La mia vita, più o meno.
Alternativa definitiva all’inventiva
/25 Commenti/in Cose che mi succedono/da Alessandro BianchiSe il Creatore del Disegno Intelligente, al momento di far evolvere i bonobi in esseri umani, mi avesse chiesto quali caratteristiche far sviluppare nella nostra specie e quali no, avrei senz’altro dato la conferma per il pollice opponibile, che è molto utile per sbucciare le arance e togliere i cubetti di ghiaccio dal Negroni, ma mi sarei categoricamente opposto a questa fregatura di poter pensare.
Sì: non sono un grande fan del pensiero. Mi rende inquieto sapere di cosa è capace la mente umana, e non mi riferisco a banalità come la bomba atomica o la caccia alle balene, ma piuttosto a concepimenti ancora più terribili, tipo la maionese del Mc Donald’s, o lo sbiancamento anale, o le felpe con scritto ITALIA. E soprattutto le paranoie, le paranoie che rendono turbolenta la mia esistenza, le paranoie per le quali maledico di possedere un cervello.
Per questo sono rimasto colpito da un curioso macchinario che ho trovato al Museo della Scienza di Valencia: un tavolo su cui è posta una pallina. Due persone si siedono ai lati opposti del tavolo e poggiano la fronte su una specie di casco che analizza la loro attività cerebrale. La pallina comincia a muoversi verso l’uno o l’altro a seconda dell’intensità del loro pensiero. In pratica, vince chi pensa meno.
Capite bene che non posso che rimanere affascinato da un simile aggeggio, tant’è che ho costretto Ciuffo, il mio compagno di scorribande e di merende, soprattutto di merende, a giocarci con me. Ci siamo seduti, ci siamo squadrati e insultati come farebbero due neri del ghetto americano, e la partita è cominciata.
Dovevo pensare alla cosa più vuota e inutile del mondo.
Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton Paris Hilton.
Vuoto per vuoto, pensavo.
Ma la pallina scorreva comunque verso di me decretando la mia sconfitta. Ciuffo ha vinto, e non mi ha nemmeno voluto dire come ha fatto.
Chissà a quale bionda ha pensato.
Valencia #2
/32 Commenti/in Cose che mi succedono/da Alessandro BianchiTu credi che Valencia sia una città spagnola. In realtà no, anzi è una delle più floride e vive tra le succursali italiane. E ciò comporta un notevole numero di svantaggi, tra cui quello che vi vado ad esporre con un simpatico aneddoto.
Ah, comunque, italiano o meno, la foto gliel’ho fatta:
Ah, il fregno sarebbe quello a destra. Ma son gusti, ecco.