Tony

Una questione privata tra me e RTL

ore 21:58
Ciao! Volevo salutare Giulia e Marco che ci hanno preparato una cena deliziosa!
ore 22:15
Ciao a tutti, un saluto a Giulia e Marco per la fantastica cena che ci hanno preparato questa sera. Buona Pasquetta a tutti!
ore 22:21
Ciao RTL, potreste salutare Giulia e Marco da parte mia? La loro cena è stata eccezionale. Buona Pasquetta a tutti voi.
ore 22:25
RTL siete fortissimi, passate il mio messaggio, grazie a Giulia e Marco, cena sublime! RTL è anche mia!
ore 22:28
RTL ciao, sono venti minuti che stiamo guardando il vostro programma ma non avete ancora passato il mio messaggino di ringraziamento per la magnifica cena di Giulia e Marco, ci farebbe tanto piacere. RTL è anche mia.
ore 22:29
Se passate i messaggi di Ciuffo e Rossana e non il mio mi incazzo come una iena. RTL è anche mia.
ore 22:35
Carissima RTL, volevo presentare un formale sms di reclamo. La cronologia di whatsapp mi permette di vedere che il primo messaggio che vi ho simpaticamente inviato risale a oltre mezz’ora fa. Ora, essendo voi la prima tra le radio nazionali come ricordate ogni tre secondi con il vostro ridondante e ossessivo slogan, immagino e credo di non allontanarmi troppo dalla realtà se affermo che ricevete centinaia di messaggi al minuto. Tuttavia è mia intenzione protestare, sebbene nel rispetto della legislazione italiana se non del comune senso civile, contro l’algoritmo che decide quali messaggi mandare in sovraimpressione durante la rotazione dei video musicali. Trovo che la suddetta scelta sia grossolana e approssimativa, dato che posso tuttora osservare messaggi che da un primo punto di vista soltanto grammaticale sono effettivamente impropri (penso all’uso eccessivo di segni di interpunzione quali puntini e punti esclamativi, ma anche all’utilizzo di k al posto del corretto ch e di congiunzioni che connettono forzatamente frasi subordinate senza tuttavia mantenere l’identità di soggetto) ma anche considerando un aspetto più concettuale e/o contenutistico non si riscontra negli sms selezionati alcun contributo vagamente emotivo o se non altro originale. Faccio presente che, al contrario, all’interno degli svariati messaggi da me inviati non solo è presente una valida struttura narrativa di base ma anche da un punto di vista formale sono praticamente impossibili da criticare. Si noti, per esempio, la terminologia mai uguale utilizzata per aggettivare la parola cena. Inoltre, è stata mia premura aggiungere in fondo al messaggio, lo slogan “RTL è anche mia”, che credo sia una locuzione essenziale per essere minimamente presi in considerazione. Grazie per l’attenzione.
ore 22:49
Ciao a ttt! Sprtttt a Giulyyy e Marko x la cena FICHISSIMA!!!!! RTL è anke mya!!!! 
ore 22:53
Oh, c’ho provato.
ore 23:07
Carissimo tizio che decidi quali sms mandare in sovraimpressione: ho capito che non devo incazzarmi con te, che poverino lavori anche il giorno di Pasquetta mentre tutti gli altri fanno le grigliate e i pic nic. Tuttavia, volevo solo informarti che il menù che Giulia e Marco ci hanno preparato prevedeva: come antipasti, crostini al lardo con sopra un filo di miele, valdostana e frittata speck e asparagi; di primo, trenette integrali con pomodorini secchi, pinoli tostati e ricotta di pecora dorata (la ricotta dorata, non la pecora); di secondo, costolette di maiale in salsa agrodolce accompagnate da pomodorini e patate al forno; per dolce, svariate torte cucinate dal fratello di Laura; l’aperitivo che non ho precedentemente menzionato è stato preparato da Giulia ed è stato accompagnato dai pentagrani, le patatine rivelazione del 2014. Buone feste, stronzo.
ore 23:30
Comunque è la seconda volta che passate Shakira, datevi una regolata.
ore 23:46
Tanto ascolto Radio Deejay. 

Le fave del mio Grindr

Visto che nelle ultime settimane ho contribuito più o meno volontariamente a portare gioia amorosa nei cuori di svariate mie conoscenze – non ultima quella della Spora che mi ha detto che, testuale, “porto fava”, riferendosi al sostanzioso legume con cui in Toscana siamo soliti chiamare l’organo maschile – ho pensato che sarebbe carino mettervi al corrente della mia situazione sentimentale.
Sono single. 
Lo scrivo perché solitamente quando pubblico cose di questo tipo poi trovo tutti quei commentini dolci tipo “Nooo ma come mai sei single?” o anche “Mi dispiace, ma come è possibile?” o anche “Eppure sei così carino e simpatico e intelligente” o anche “Se fossi un uomo gay ci proverei” o anche “Se anch’io fossi single mi metterei subito con te così non saremmo più single” e sono tutte cose che mi fanno un sacco piacere. Sì: il vostro affetto virtuale e i biscotti di mia nonna mi fanno sentire amato, embè?
Vediamo adesso di scoprire il motivo, e proviamo a farlo analizzando gli incipit delle mie conversazioni su Grindr, quella chat che utilizzano gli omosessuali convinti, gli omosessuali meno convinti e perfino quello straordinario spaccato umano che si raduna sotto il nome di “etero curiosi”
Gusti, su Grindr

Oggettività, su Grindr

La mia vita, su Grindr

Domande, su Grindr

WHAT THE FUCK?!, su Grindr

Pulizia, su Grindr

89 24 24, su Grindr

Ha vinto tutto, su Grindr
Insomma, le fave che trovo io su Grindr sono vere e proprie fave, perché in Toscana usiamo il sostanzioso legume anche per fare simpatici paragoni con le dimensioni dei cervelli. 
Certo, c’è da dire che io non mi pongo benissimo. Mi sento un po’ come gli opliti, che sono i soldati ateniesi che scendevano in battaglia con addosso trentacinque chili di bronzo. Scusate se uso qualcosa di culturale per fare una metafora e non le solite citazioni delle Destiny’s child, ma torno ora da una lezione di storia marziale greca. Dicevamo, gli opliti, che avevano un’armatura che resisteva a qualsiasi attacco frontale, ma lasciava scoperti dei punti. Forse è in quei punti che ho bisogno di essere sorpreso.

Archetipi di maschio in chiave pop

Comunque: che titoli di merda che invento.
Una mia amica mi ha passato un file in cui si analizzano scientificamente le varie tipologie di uomo fidanzato. Poiché sono single dai tempi del Crystal Ball, ha pensato bene che lo potessi trovare interessante. E in effetti è andata così, dato che sono qui a scriverne. Il prezioso documento suddivide l’essere umano in tre tipologie, basandosi su dei modelli psicologici di Freud e di Bowlby, e non ho idea di quanta attendibilità abbia ma di certo non è peggio dei test di Focus. 
La teoria descrive i tre profili riferendosi a personaggi del teatro shakespeariano e della lirica, ma siccome questo è un blog sui minimi sistemi analizzeremo gli stessi archetipi secondo il pensiero illuminato di alcune popstar.

Archetipo #1
Otello
Otello è ossessionato da voi. È possessivo, geloso e ama stare al centro dell’attenzione, ma non in generale, no: lui brama la vostra attenzione, e riesce a diventare molto fastidioso per ottenerla. Vi chiama in continuazione, vi chiede dove siete stati e perché non avete risposto ai suoi venticinque messaggini nonostante whatsapp indicasse chiaramente che li avevate ricevuti (“guarda, ci sono i due segnetti!”). Lady Gaga in questi casi opta per una soluzione drastica ma non biasimabile: chiama la sua amichetta Beyoncé che la fa evadere dalla prigione in cui era costretta, e insieme vanno a ballare, preoccupandosi di spegnere i telefoni.
Archetipo #2
Don Giovanni
Al Don Giovanni, di voi, non importa una beata minchia, e scusate se sono brutale. Magari devo addolcire il concetto: lui in fondo in fondo vi vuole bene, così come si vuole bene a una bella bistecca. Il Don Giovanni cercherà di ingannarvi in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi. Carissimi lettori e carissime lettrici, bisogna che ci mettiamo in testa che questi personaggi malvagi esistono – ne è prova praticamente tutta la filmografia di Julia Roberts – e noi li dobbiamo combattere. Potremmo prendere spunto da Britney Spears, per esempio.

Archetipo #3
Rodolfo

Rodolfo è una figura confusa. Ha bisogno di voi, okay, però ha bisogno anche della propria indipendenza. Capite bene che è facilmente detestabile. Il punto è che questa ambiguità non si manifesta in modo deciso, anzi. Rodolfo si avvicina ma poi si ritrae, prima vuole solo voi poi sembra non importargliene più niente, è caldo ma è anche freddo, è nero ma è anche bianco, sta bene ma sta male, guarda Santoro ma anche X Factor, e Katy Perry lo accoglie in Chiesa agitando la mazza da baseball.

La conclusione è che il principe azzurro non esiste, ma non è nemmeno semplice accorgersene: quando ci sei dentro, non riesci a partire per sgozzare tutti come fa Gaga, o tessere piani diabolici per smascherare le tresche di lui come Britney, o mettersi a ballare inutili coreografie come Katy (capitela, poverina, è un po’ tonta), ma d’altronde sono meravigliosissimi cazzi vostri, dato che io sono single, e lo so che questa è la ventiquattresima volta che lo ripeto nel giro di undici righe ma metti caso mi stia leggendo un maschio carino, interessante, amante del sapone e che non abbia scelto Bulbasaur alla prima giocata.

Trenitalia, non scusarti per il disagio

Nove novembre. Ore otto di sabato sera. Stazione di Genova Piazza Principe. Sto per tornare a casa, quindi sostanzialmente sono contento. È Novembre, la città si spegne in un istante tu dicevi basta io restavo inerme eccetera eccetera ma soprattutto fa freddo e sono alla mercé delle intemperie. 
Ora, la voce di una psicolabile che per 45 minuti di gelo si è solamente premurata di ricordarmi che è assolutamente vietato attraversare i binari, manco fossimo tutti dementi, ha annunciato un nuovo concetto: il mio treno è in ritardo di trenta minuti. [ Nda: sarebbero poi diventati 35, le porte del mio vagone sarebbero state rotte quindi avrei perso la mia fermata ]
Va bene, penso, sto tornando a casa dopo un mese e mezzo e non ci sto a farmi rovinare l’umore da Trenitalia. Poi la voce aggiunge: “ci scusiamo per il disagio”.
Ci scusiamo per il disagio.
Dai, giochiamo ad analizzare questa frase. Rileggiamola attentamente. Ripetiamola nella mente cercando di soppesare ogni parola. 
Ci scusiamo per il disagio.
Carissima Trenitalia, ho un dubbio: di preciso, chi è che si sta scusando? La voce che annuncia il ritardo appartiene a una signorina che ha il compito ingrato di rappresentarvi. Lei si prende tutti gli improperi che le mandiamo – io stesso ho appena espresso il mio disappunto chiamandola sudicia deprecabile troia – ma tecnicamente non è la sola colpevole, nonostante presti la sua voce al sistema quindi un po’ di accidenti se li merita comunque.
Tuttavia, non posso fare a meno di interrogarmi su chi sia quel “noi” che si scusa per il disagio. Mi vengono in mente due opzioni che non si autoescludono:
1) a scusarsi per il disagio è tutto lo staff di Trenitalia, cioè i dipendenti, i macchinisti, i tecnici, i capistazione, i capitreno, i capidiqualcosa, i controllori, gli impiegati, e insomma avete capito. Sì, perché è troppo facile pensare che loro non c’entrino niente. Non è giusto prendersela solo con l’alta amministrazione, perché anche loro contribuiscono a rendere orribile il loro servizio. Non solo con la loro eventuale incompetenza, ma anche per l’arroganza con cui a volte (spesso, nel mio caso) si rivolgono ai clienti paganti. 
2) a scusarsi per il disagio sono le alte sfere di Trenitalia, cioè in pratica il consiglio di amministrazione. Ora, non vorrei passare da grillino, però mi piacerebbe fare un gioco simpatico che chiameremo “FUORI I NOMI”. E i nomi del cda di Trenitalia sono questi: Vincenzo Soprano, Domenico Braccialarghe, Enrico Moscati, Francesco Rossi, tenuti insieme dal presidente Marco Zanichelli (che essendo stato l’amministratore delegato numero uno di Alitalia quando Alitalia è fallita hanno pensato bene di metterlo a capo di Trenitalia).
Il punto a cui voglio arrivare è questo: che è troppo facile scusarsi per il disagio nascondendosi dietro la voce di una ragazza probabilmente sottopagata. No. È bene che tutti sappiano che a scusarsi per il disagio è il signor Marco Zanichelli.
È al signor Marco Zanichelli che dobbiamo dire che noi le sue cazzo di scuse non le accettiamo. Che noi abbiamo pagato un biglietto che non ci verrà rimborsato, quindi le sue scuse non le accettiamo. Che noi abbiamo degli impegni, delle cose da fare a casa, delle persone da incontrare, un lavoro domani, e che ci rode altamente il culo se perdiamo anche solo cinque minuti per il suo cazzo di ritardo. Che noi compriamo un servizio, e tra l’altro siamo già consapevoli che quello che avremo pagando un prezzo spropositato non sarà all’altezza degli standard di un popolo civilizzato. Che noi siamo stufi di pagare per viaggiare su treni sporchi, pieni di gente, caldi quando fa caldo e freddi quando fa freddo, dove talvolta non funzionano le luci, pericolosi, dove anche quando ci sono le prese elettriche non funzionano.
E soprattutto, signor Marco Zanichelli, ne abbiamo pieni i coglioni di sentirci presi per il culo con il suo “ci scusiamo per il disagio”. Senta, signor Marco Zanichelli, e sentite, biasimevoli pezzi di merda di Trenitalia, vi do un consiglio: non scusatevi per il disagio. Fateci un piacere, siate sinceri. Noi apprezziamo la verità. Dite così, piuttosto:
Si annuncia ai gentilissimi e pazienti passeggeri che il loro treno subirà un ritardo di tot minuti. Siamo perfettamente consapevoli che così facendo vi roviniamo i piani della giornata, ma siamo totalmente disorganizzati e troppo stronzi per sistemare i guasti sulle nostre linee e sulle nostre vetture di merda. Lo sappiamo, ma ci piace prendervi per il culo. Tanto non potete rinunciare a noi, finché non aumenterà la concorrenza. Siete in mano nostra, e quindi a noi non ce ne sbatte una fottutissima sega di voi. Buon viaggio.