Nove novembre. Ore otto di sabato sera. Stazione di Genova Piazza Principe. Sto per tornare a casa, quindi sostanzialmente sono contento. È Novembre, la città si spegne in un istante tu dicevi basta io restavo inerme eccetera eccetera ma soprattutto fa freddo e sono alla mercé delle intemperie.
Ora, la voce di una psicolabile che per 45 minuti di gelo si è solamente premurata di ricordarmi che è assolutamente vietato attraversare i binari, manco fossimo tutti dementi, ha annunciato un nuovo concetto: il mio treno è in ritardo di trenta minuti. [ Nda: sarebbero poi diventati 35, le porte del mio vagone sarebbero state rotte quindi avrei perso la mia fermata ]
Va bene, penso, sto tornando a casa dopo un mese e mezzo e non ci sto a farmi rovinare l’umore da Trenitalia. Poi la voce aggiunge: “ci scusiamo per il disagio”.
Ci scusiamo per il disagio.
Dai, giochiamo ad analizzare questa frase. Rileggiamola attentamente. Ripetiamola nella mente cercando di soppesare ogni parola.
Ci scusiamo per il disagio.
Carissima Trenitalia, ho un dubbio: di preciso, chi è che si sta scusando? La voce che annuncia il ritardo appartiene a una signorina che ha il compito ingrato di rappresentarvi. Lei si prende tutti gli improperi che le mandiamo – io stesso ho appena espresso il mio disappunto chiamandola sudicia deprecabile troia – ma tecnicamente non è la sola colpevole, nonostante presti la sua voce al sistema quindi un po’ di accidenti se li merita comunque.
Tuttavia, non posso fare a meno di interrogarmi su chi sia quel “noi” che si scusa per il disagio. Mi vengono in mente due opzioni che non si autoescludono:
1) a scusarsi per il disagio è tutto lo staff di Trenitalia, cioè i dipendenti, i macchinisti, i tecnici, i capistazione, i capitreno, i capidiqualcosa, i controllori, gli impiegati, e insomma avete capito. Sì, perché è troppo facile pensare che loro non c’entrino niente. Non è giusto prendersela solo con l’alta amministrazione, perché anche loro contribuiscono a rendere orribile il loro servizio. Non solo con la loro eventuale incompetenza, ma anche per l’arroganza con cui a volte (spesso, nel mio caso) si rivolgono ai clienti paganti.
2) a scusarsi per il disagio sono le alte sfere di Trenitalia, cioè in pratica il consiglio di amministrazione. Ora, non vorrei passare da grillino, però mi piacerebbe fare un gioco simpatico che chiameremo “FUORI I NOMI”. E i nomi del cda di Trenitalia sono questi: Vincenzo Soprano, Domenico Braccialarghe, Enrico Moscati, Francesco Rossi, tenuti insieme dal presidente Marco Zanichelli (che essendo stato l’amministratore delegato numero uno di Alitalia quando Alitalia è fallita hanno pensato bene di metterlo a capo di Trenitalia).
Il punto a cui voglio arrivare è questo: che è troppo facile scusarsi per il disagio nascondendosi dietro la voce di una ragazza probabilmente sottopagata. No. È bene che tutti sappiano che a scusarsi per il disagio è il signor Marco Zanichelli.
È al signor Marco Zanichelli che dobbiamo dire che noi le sue cazzo di scuse non le accettiamo. Che noi abbiamo pagato un biglietto che non ci verrà rimborsato, quindi le sue scuse non le accettiamo. Che noi abbiamo degli impegni, delle cose da fare a casa, delle persone da incontrare, un lavoro domani, e che ci rode altamente il culo se perdiamo anche solo cinque minuti per il suo cazzo di ritardo. Che noi compriamo un servizio, e tra l’altro siamo già consapevoli che quello che avremo pagando un prezzo spropositato non sarà all’altezza degli standard di un popolo civilizzato. Che noi siamo stufi di pagare per viaggiare su treni sporchi, pieni di gente, caldi quando fa caldo e freddi quando fa freddo, dove talvolta non funzionano le luci, pericolosi, dove anche quando ci sono le prese elettriche non funzionano.
E soprattutto, signor Marco Zanichelli, ne abbiamo pieni i coglioni di sentirci presi per il culo con il suo “ci scusiamo per il disagio”. Senta, signor Marco Zanichelli, e sentite, biasimevoli pezzi di merda di Trenitalia, vi do un consiglio: non scusatevi per il disagio. Fateci un piacere, siate sinceri. Noi apprezziamo la verità. Dite così, piuttosto:
Si annuncia ai gentilissimi e pazienti passeggeri che il loro treno subirà un ritardo di tot minuti. Siamo perfettamente consapevoli che così facendo vi roviniamo i piani della giornata, ma siamo totalmente disorganizzati e troppo stronzi per sistemare i guasti sulle nostre linee e sulle nostre vetture di merda. Lo sappiamo, ma ci piace prendervi per il culo. Tanto non potete rinunciare a noi, finché non aumenterà la concorrenza. Siete in mano nostra, e quindi a noi non ce ne sbatte una fottutissima sega di voi. Buon viaggio.