La mia personale e discutibile opinione su Muholland Drive e in generale quella roba artistica un po’ strana lì
/5 Commenti/in La mia personale e discutibile opinione/da Alessandro BianchiL’obbligatoria premessa è che quella che state per leggere è, come da titolo, un’opinione personale e discutibile. Non mi aspetto di avere ragione, non mi aspetto di non potermi ricredere in futuro. Anzi, sono pronto alla discussione franca e aperta. Probabilmente la mia idea è superficiale e istintiva o, come direbbe Simona Ventura, di pancia. Non sono un cinefilo, un cinofilo o un cinafilo. Sono uno che guarda film. Metto lo zucchero nel caffè, non indosso coppole, non vesto total black e le occhiaie non sono l’accessorio fondante del mio look per quanto mio malgrado ne sia usualmente provvisto, tanto che nella comunità dei panda sono considerato molto sexy.
La prima impressione dopo aver visto Muholland Drive (David Lynch, 2001) è stata: e adesso chi me li restituisce i 147 (centoquarantasette) minuti di vita spesi per questo film?
Nessuno, ovviamente. Li devo recuperare sottraendo tempo ad altre attività indispensabili quali parlare con i miei pupazzi e fantasticare su come si comporterebbero i miei amici se fossero posseduti, che comunque è un po’ lo scheletro narrativo di Twin Peaks.
In realtà, ripensandoci a freddo, la visione di Muholland Drive, ieri, al Lucca Film Festival, introdotta nientepopodimeno che dal maestro Lynch in persona, che è molto simpatico e contrariamente alle aspettative riesce a parlare anche di argomenti che non siano la morte e il sovrannaturale, dicevo che non è stato totalmente tempo perso. Non parlo solo di un punto di vista registico (che glie voi di’ a come impugna lui la macchina da presa, è un genio), ma anche dal punto di vista emotivo, o, come chiamano i più recenti manuali di psicologia, il punto di vista D’Urso.
Muholland Drive mi ha fatto una paura allucinante, molto più di qualsiasi horror o definito tale. Avevo un’angoscia dentro che mi ha costretto a percorrere il vialetto di casa tremando e sperando che dietro l’angolo non sbucasse un mostro o un violento assassino o Carmen Di Pietro. Questo fatto che ti pisci addosso dal terrore è senz’altro un aspetto positivo di un’opera.
È bello avere paura, ogni tanto.
Tuttavia, io sono uno di quei fruitori che preferiscono un tipo di arte rassicurante e benefica. Sono talmente ansiogeno e insicuro di mio che alimentare la mia angoscia con questo tipo di prodotto non è esattamente salutare. Voglio essere coccolato e stupito, non sconvolto. Voglio uscirne bene. Di solito, non sempre. Lo ripeto, è bello avere paura ogni tanto; essere scossi, precipitare giù, respirare la fine con addosso un senso di indefinito, non capire.
Non solo: sono anche uno di quegli spettatori all’antica, ho bisogno di una trama per poter apprezzare un’opera. Forse sono limitato, ma un film dove conta di più la sensazione che la storia non mi è sufficiente. Mi lascia il sospetto di essere preso per il culo. È come fare una conversazione con un africano che ti parla in swahili e pretende che tu capisca. Peggio di interloquire con Aida Yespica. Io non lo capisco lo swahili, e nemmeno Aida Yespica.
Mi dispiace, ma sfido chiunque a guardare Muholland Drive e capire tutto al primo tentativo. È come guardare certi quadri: ti arrivano i colori, le linee, le forme, e dunque tante sensazioni, ma senti che c’è qualcosa dietro che non puoi comprendere, e non puoi squarciare la tela per trovarlo. Ecco, io da un film, da un libro, da un racconto, di solito, mi aspetto di più. Altrimenti mi guardo un quadro, auspicabilmente per meno tempo di centoquarantasette minuti.
La mia personale e discutibile opinione sui guidatori di SUV
/15 Commenti/in La mia personale e discutibile opinione/da Alessandro BianchiMi considero una persona che non ama generalizzare. Quando lo faccio di solito è per scherzare, perché bisogna ammettere che alcune battute sulle bionde o sugli ingegneri sono spassose. Dentro di me non ho bisogno di razionalizzare, perché pensare che gli stereotipi sono stupide generalizzazioni mi viene naturale. Sarà perché per forza di cose mi trovo a vivere continuamente le discriminazioni, o anche perché ho un sacco di amiche bionde non oche e amici ingegneri non tonti.
Non discrimino praticamente mai e ciò non mi costa alcun sacrificio: come ho detto, mi viene spontaneo. Non devo sforzarmi assolutamente niente per vedere che non esistono differenze tra bianchi e neri, tra cristiani e musulmani, tra nord e sud Italia, tra gay e etero. O meglio, la diversità c’è, ma non è qualcosa che divide una categoria migliore da una peggiore. Non discrimino nessuno, nemmeno i leghisti, per quanto facciano di tutto per sembrare dei totali dementi; nemmeno i vegani, anche se poverini, qualche volta mi viene voglia di andare da loro con le salsicce e nutrirli a forza; nemmeno le maestre che votano PDL, perché boh, magari non hanno capito; nemmeno le fan di Moreno di Amici, che insomma, chi cazzo è.
Se c’è una categoria per la quale devo proprio impegnarmi tanto per non stereotipare, è quella dei guidatori di SUV (anche quella dei calciatori, ma ne ho già parlato qua). Badate bene, mi ci impegno, perché mi piace pensare di essere un bimbo dalle libere vedute. Però, ecco, mi pare che tutte le volte che ho a che fare con uno col SUV, questi si dimostri un cafone arrogante minidotato (ma l’ultima è un’impressione che effettivamente non trova riscontro nella scienza per quanto sia considerata molto attendibile dai detti popolari).
Vi racconterò della mia ultima esperienza a riguardo. Prego la regia di mandare il jingle.
I simpatici ma istruttivi aneddoti di
♪♫ Treeeediiiiciiii ♪♫
Sì, ehm, bene, grazie. Dunque, era lo scorso Giovedì, mi pare. Dovevo fare delle commissioni e, preso da un’improvvisa passione per l’ecologia, decido di andare alla Coop con la bici di mia madre. Scopro lungo il tragitto che la suddetta bici ha i freni rotti quindi il viaggio verso il supermercato si fa anche più avventuroso ma che me frega della morte, dico, c’ho le cuffie alle orecchie che mi creano una specie di colonna sonora, tra l’altro ascoltavo i Within Temptation perché avevo preso il lettore mp3 vecchio, quello che risale al tempo in cui ascoltavo il metal e Ligabue – un giorno andrò da uno psicanalista che mi dirà quante turbe mi ha provocato quel periodo.
Fatte le commissioni, torno a casa, con le macine e un melone nel cestino della bici e la solita musica dell’era tardo-adolescenziale nelle orecchie: TI BRUCERAAAAI PICCOLA STELLA SENZA CIEEELOOOOO, Dio ma la ascoltavo veramente ‘sta roba?, quando a un tratto il lettore decide di morire per sempre e lasciarmi da solo con le macine e il melone, in quello che non sembra più un film d’avventura, ma solo un’inquietante vita vera.
Ecco, grazie. Come si può notare dalla accurata ricostruzione satellitare, io avevo bisogno di svoltare a sinistra alla fine del ponte per tornare a casa. Mi sembra perfettamente normale, dunque, guadagnare il centro della carreggiata, ovviamente dopo essermi assicurato che non passassero macchine. Ebbene, il SUV inizia a suonarmi (non so se avete presente il clacson di un SUV, un pochino di paurina la mette), poi mi supera passando dalla sinistra e il soggetto sul sedile posteriore mi grida qualcosa che suonava come vagamente offensivo.
Ora, vi garantisco che la mia reazione avrebbe tanto voluto essere quella di un ragazzo calmo e riflessivo che con pazienza e moderazione intavola una pacata conversazione sul fatto che, non trovandoci a Gotham City, loro non erano legittimati a spiacciucarmi sull’asfalto, e vi garantisco anche che io avrei tanto voluto mostrarmi come una persona assolutamente diplomatica proseguendo la suddetta pacifica discussione sul perché la loro cazzo di automobile di merda avrebbe dovuto darmi la precedenza, e invece ho avuto soltanto il tempo di mandarli a fanculo.
Ma ho appena scoperto che una mia amica bionda si è messa con un mio amico ingegnere e questo mi diverte molto.
La mia personale e discutibile opinione sui contestatori dei matrimoni gay in Francia
/39 Commenti/in La mia personale e discutibile opinione, Roba LGBT/da Alessandro BianchiOra, al di là del fatto che uno possa essere favorevole o contrario – perché sì, ognuno ha le sue opinioni, e anche quelle di merda, bigotte e mentalmente limitate sono pur sempre opinioni – io non capisco una cosa.
Cioè cioè cioè. Carissimi eterosessuali, forse non avete capito: non è che vi tolgono qualcosa. Non è che danno a qualcun altro qualcosa in più di voi. A voi non cambia assolutamente niente.
Cioè cioè cioè, in pratica succede che voi state scendendo in piazza per protestare contro un diritto che stanno dando ad altre persone. Magari non li vedrete neanche mai, in vita vostra, i gay (cosa che sarebbe auspicabile, chi vi vuole vedere?).
Voi non c’incastrate una mazza, e però protestate.
Ragazzi, ma non c’avete proprio un cazzo da fare. Voglio dire, se lo sa mi madre vi dà della roba da stirare. Ma insomma, ma chi ve lo fa fare di odiare così tanto della gente che non conoscete? Ma insomma, ma trombate, ogni tanto. Trovatevi un amico di sesso su Ruzzle. Iniziate un corso di cucito per corrispondenza, non so.
Ad ogni modo, oggi la notizia è questa.
La mia personale e discutibile opinione sugli skinny che mi sono comprato Martedì
/31 Commenti/in La mia personale e discutibile opinione/da Alessandro BianchiBelli, eh, per carità. Mi stanno anche meglio di questi, per dire.
Tuttavia, mi sento di fare un promemoria: la prossima volta che compro un paio di pantaloni è meglio che mi assicuri di poterci svolgere alcune funzioni tutto sommato basilari.
Come ballare.
Piegare le gambe.
Sedersi.
Camminare.
Riuscire a toglierli.
Riuscire ad indossarli.
Ecco.
La mia personale e discutibile opinione sul bosone di Higgs
/35 Commenti/in La mia personale e discutibile opinione/da Alessandro BianchiOn air: Rooney,
Essendo io sempre interessato a quello che succede nel mondo, cerco ogni giorno di intrattenere discussioni d’attualità, per tenermi informato riguardo a ciò che accade intorno a me. Per esempio, due giorni fa era il compleanno di Lindsay Lohan, pertanto ho pranzato insieme a Ciuffo, col quale ho potuto ripercorrere le tappe fondamentali della vita dell’attrice, come ad esempio il suo ruolo protagonista in Mean Girls, o il suo nono arresto per guida in stato di ebbrezza.
Invece oggi la notizia più importante (quindi quella che i telegiornali danno per ultima, dopo i classici venti minuti di commenti agli europei) è la scoperta del bosone di Higgs, così sono andato a pranzo con Tiz, che è il mio amico fisico. Tiz è stato particolarmente contento di questa scoperta, tanto che progetta di mettere la bandiera col bosone fuori dalla finestra e di andare a fare i caroselli e suonare i campanelli delle case degli sconosciuti e gridare L’ABBIAMO TROVATOOOO SIAMO NOI SIAMO NOI I CAMPIONI DEL BOSONE SIAMO NOI.
Tiz mi ha spiegato come mai questa scoperta è tanto importante: pare che i fisici da cinquant’anni abbiano costruito tutte delle teorie ganzissime che spiegano un sacco di cose, però queste teorie si basano tutte sull’esistenza di questo bosone di Higgs. Nel senso che questo bosone, fino ad oggi, non si sapeva se esistesse davvero, e se si fosse scoperto che il bosone non esiste le teorie di cinquant’anni sarebbero andate a puttane.
Un po’ come se io ipotizzassi che la Terra è retta da una caccola di Mara Venier che però nessuno riesce a trovare, e dopo cinquant’anni questa caccola viene trovata, quindi quello che dicevo era vero, io vinco il Nobel e Mara Venier viene insignita di un titolo illustre tipo Caccola Madre o qualcosa del genere. Quindi sì, avete capito bene: per cinquant’anni i fisici hanno passato il tempo a cercare la caccola di Higgs.
Mi rivolgo ai fisici tutti, ai quali faccio un appello. Innanzitutto tagliatevi i capelli ogni tanto. Inoltre, visto che adesso la vostra esplorazione nasale è terminata, vi suggerisco altre ricerche su cui potete concentrare le vostre energie per i prossimi cinquant’anni:
– Il cioccolato che non fa venire il mal di pancia
– Il neurone di Gasparri
– La nipote di Mubarak
– La droga che i fan di Gigi D’Alessio prendono per ascoltarlo
– Il buon gusto di Enzo Miccio
– Un vibratore per Sara Tommasi
– La pillola per non ingrassare
– La pillola per diventare come Ashton Kutcher
– La pillola per farsi Ashton Kutcher
– A
– La mamma di How I met your mother
Altre proposte?
Perché queste sì che sono cose che andrebbero trovate.
La mia personale e discutibile opinione sulla k
/28 Commenti/in La mia personale e discutibile opinione/da Alessandro BianchiHo un problema, lo ammetto. Sono intollerante alla k. Non la vitamina K, no: la cappa. Non intendo la cappa del camino, ovviamente, e nemmeno la cappa di caldo che ci sfianca nei pomeriggi d’Agosto, e nemmeno i racconti di cappa e spada, per quanto non costituiscano il mio genere letterario preferito. Intendo la lettera k inserita in parole italiane – parole italiane, quindi “okay”, “Kylie Minogue” e “bukkake” non valgono. Non ci posso fare niente: io non la posso sopportare. E se tu la usi perdi automaticamente cento punti nella mia personale classifica di stile.
E, Dio Santo, la mia classifica di stile è molto influente.
La mia personale e discutibile opinione sul triangolo Belen-Emma-quell’altro
/21 Commenti/in La mia personale e discutibile opinione/da Alessandro BianchiC H I S S E N E F R E G A
La mia personale e discutibile opinione sulla terribile vicenda di Sarah Scazzi
/3 Commenti/in Cose che penso, La mia personale e discutibile opinione/da Alessandro BianchiC H I S S E N E F R E G A