Mi sono reso conto che in questi giorni devo essere apparso un po’ antipatico ed egoriferito. O meglio: più antipatico ed egoriferito di quello che sono solitamente. Nel senso: tutti questi resoconti e aggiornamenti, tutta questa retorica… E’ vero. Penso che non mi rileggerò mai in ciò che ho scritto perché mi farei ribrezzo da solo. Forse però sono stato frainteso. Certo, analizzandomi razionalmente devo ammettere che una ricerca di attenzioni c’è stata e non si può negare un desiderio di sfogarsi. Ma senza presunzione e senza arrogarmi dell’obiettività che non mi spetta, posso dire che lo scopo primario di tutto questo esibire sentimenti e fatti era un altro: informare. Forse in una maniera un po’ strana o sopra le righe, ma il fatto era che tutti gli amici mi chiedevano giustamente notizie, ed è stato impossibile per me rispondere a tutti in maniera dettagliata (per farvi un esempio, casa dei miei zii è diventata un centralino, con mia cugina che filtra le telefonate). Ecco il motivo di tutto questo.
Ad ogni modo, visto che in questo momento mi sto antipatico, vorrei dedicare questo post a voi.
Grazie a voi, che c’eravate. E avete sudato e faticato. E avete spalato, spazzato, strofinato, tagliato, spaccato, lucidato, portato, pulito, idropulito, raccolto, staccato, riposto, ordinato, preparato, consolato, sciacquato, levato, sperato. Grazie per il lavoro e per l’energia, ma grazie soprattutto perché è bello non sentirsi soli.
Grazie a voi, che non c’eravate. E che so, lo sento, che avreste voluto esserci. Purtroppo essere in troppi è controproducente, poiché ci si ostacola a vicenda (ma il lavoro è ancora lontano dall’essere terminato… ce n’è per tutti!). Grazie, perché è bello, bellissimo non sentirsi soli.
Grazie a voi, che non potete esserci. Perché magari abitate lontano, o perché magari avete otto anni, o ottanta, o perché lavorate, o avete problemi ancora più grossi. Ma lo stesso vi fate sentire, e chiamate, e date il vostro appoggio anche solo morale, ma comunque apprezzato enormemente, perché è straordinario non sentirsi soli.
E grazie a voi, che mi date fiducia, e che non mi giudicate da queste righe, e che riuscite a capire che dietro questo goffo e stupido oltraggio alla retorica, c’è solo qualcuno che davvero non sa come esprimere la propria gratitudine ai suoi amici e parenti.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!