Ricordami

Non vorrei passare per superficiale, ma mi piacciono molto gli addominali.

Anzi. Siamo su internet, quindi non vedo perché non dovrei sputtanarmi completamente per evitare di dire che la superficialità è una cosa meravigliosa.

Anzi, no, cambio idea di nuovo. Siamo su internet, quindi non vedo perché non dovrei dimostrarmi un perfetto incoerente contraddicendomi subito e affermando, dunque, che la superficialità non è affatto una cosa meravigliosa, ma perlomeno è innocua, e spesso fa ridere.
Quello che davvero detesto è quando, in un delirio di onnipotenza causato probabilmente dal prendersi troppo sul serio, si nasconde il proprio essere vuoti dietro un telo di finta drammaticità, di toni pesanti, di pretese e premesse profonde. Esibire una presunta profondità non è altro che una subdola forma di superficialità.
Per esempio, recentemente mi è capitato di entrare in un palazzo che avrebbe dovuto pullulare di scrittori e poeti e personalità importanti, e le premesse facevano ben sperare date le dimensioni dell’edificio e la sua fantastica posizione nella penisola di Manhattan. Invece, non appena varco l’ingresso e il consierge mi augura buona serata e l’ascensore mi porta al dodicesimo piano, io entro nell’appartamento dall’incantevole vista sul fiume Hudson per poi accorgermi che sono in un posto completamente vuoto, circondato da persone il cui spessore era in tutta probabilità soltanto virtuale. Mi sembrava di essere in un rendering dell’Expo.
Ma torniamo ad argomenti più maturi: gli addominali.
Mi trovavo in una discoteca e, contrariamente al resto degli esseri umani presenti, ero sobrio. La combinazione discoteca – sobrietà non è mai un connubio favorevole, intanto perché pone degli evidenti limiti alla comunicazione con terzi (ricordo un tipo il cui alito puzzava di vodka mentre mi diceva che non era ubriaco e che mi salutava tanto sua zia) e poi per la difficoltà ad apprezzare il mondo. Così mi sono concentrato sull’aspetto più gradevole dell’ambiente, e cioè il cubista (il quale, per ragioni prettamente frivole e idiote, sarà d’ora innanzi chiamato Battista il cubista), che indossava degli slip argentati e una sciarpa di lino dorato attorno al volto, coerentemente col tema della serata che credo fosse Agrabah.
In realtà il momento di ammirazione non è durato molto, perché sono stato colpito dal tatuaggio che il ragazzo aveva sotto l’ombelico. Sì, il tatuaggio, il tatuaggio, maledette galline.
Il fatto è che proprio in prossimità dell’ombelico aveva scritto «Ricordami».
Così ho iniziato a pensare ai motivi che dovrebbero spingere qualcuno a tatuarsi Ricordami sugli addominali, e ho concluso le ipotesi che seguono.
1) Battista il cubista era innamorato di una persona, che però l’ha lasciato. Lo distruggerebbe sapere che quella persona si è rifatta una nuova vita con qualcuno che probabilmente è più alto di lui, più affascinante e più bravo a Nomi cose e città, così spera che tatuandosi «Ricordami» sull’addome, il vecchio amore non dimentichi i bei tempi spesi con lui.
2) È il contrario, e cioè è l’ex di Battista il cubista che, dopo essere stato lasciato, preso dalla disperazione lo ha tramortito per poi tatuargli «Ricordami» sulla pancia. In questo modo, ogni volta che Battista si farà un selfie in palestra, non potrà sottrarsi alla memoria.
3) Battista il cubista soffre di perdita di memoria a breve termine come quel pesce viola amico di Nemo che avrebbe bisogno di ansiolitici, così, temendo di fare del male a qualcuno e scordarlo poco dopo, si tatua «Ricordami» sugli addominali, come monito. Una specie di Memento ambientato in una discoteca gay.
4) Ci sono tanti modi di creare un promemoria. Per esempio, io mi scrivo una nota sul cellulare. Mia mamma si mette la fede nell’anulare della mano destra. Salvini lo incide sulle roulotte dei rom con lo spray rosso. E Battista il cubista se lo tatua addosso.
5) Battista il cubista è un tamarro.

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