Non ti puoi sedere con noi
Una cosa accaduta in questi giorni mi ha ricordato di quando, a quindici anni, il giovane controllore di un treno volesse multarmi perché secondo lui le mie scarpe poggiate sul sedile di fronte al mio avrebbero danneggiato irreparabilmente il vagone. Ora, io non sono mai stato un ribelle, se si escludono occasioni in cui sono effettivamente andato contro corrente, come quando leggevo i racconti dell’orrore di Poe in spiaggia o quando mi ostino ad abbinare fragola e cioccolato, il cui connubio nel gelato “è un delitto”, cit. Non si poggiano i piedi sui sedili, è vero, e colgo l’occasione per scusarmi con tutti i sedili del mondo che si possono essere sentiti offesi dal mio gesto, e mi scuso anche con tutti i potenziali culi che si sarebbero potuti sedere su un sedile così compromesso. Ho sbagliato, ho agito sovrappensiero, è vero. Ma bastava dirmi di togliere i piedi. Okay, è successo a me, e sono di parte, naturalmente. Ho sbagliato, ma per certi sbagli non c’è bisogno di una punizione. E in effetti il controllore si è esibito nella sua sfuriata, ma poi ha lasciato perdere.
Mi sono accorto che è successa una cosa simile anche in Mean girls. Regina George si era presentata al tavolo delle barbie in tuta, ed era lunedì. E le barbie non indossano la tuta di lunedì, mai. Gretchen Wieners non può sopportarlo, e istericamente grida a Regina: “Non puoi sederti con noi!”.
Non puoi sederti con noi è il modo con cui io chiamo i momenti in cui qualcuno non riesce a raccogliere un po’ di buon senso per capire che si può sbagliare. E che la reazione deve essere proporzionata.
un pastrocchio
Senza dimenticarci di indossare qualcosa di rosa il mercoledì, eh.Adoro quel film.Sai, il "non puoi sederti con noi" è l'arma di chi ha paura. Perché non sa dare spiegazioni.