Una volta ero categorico: pensavo che gli scaffali LGBT dalle librerie andassero aboliti. “Solo una discriminazione ulteriore, per giunta auto-imposta, una autoghettizzazione commerciale e letteraria di cui non abbiamo bisogno”, mi ripetevo, convinto delle mie tendenze radical chic fumando una sigaretta alla curcuma vestito con un maglione a collo alto.
Col passare del tempo, ho aperto le mie vedute. Sono ancora parecchio perplesso dall’esistenza di un “genere LGBT” nella letteratura, ma devo riconoscere che, poiché esistono persone che vogliono leggere questo tipo di romanzi, la suddivisione nelle librerie facilita la ricerca di questi libri.
Qual è il problema? Che sotto questa etichetta dell’LGBT vengono pubblicati dei romanzi orrendi in cui la cosa più rilevante nella trama è il protagonista gay. A nessuno piace perdere tempo con dei romanzi orrendi che hanno meritato la pubblicazione solo per la presenza di personaggi omosessuali. Sarebbe molto più utile, all’integrazione e alla storia della letteratura, se i cosiddetti libri LGBT, quelli che le persone interessate alle storie LGBT, fossero anche belli.
E siccome ne ho letti diversi davvero osceni, ne vorrei consigliare tre che invece ho amato alla follia. Romanzi bellissimi, sotto qualsiasi etichetta.
André Aciman,
Chiamami col tuo nome
Se siete un minimo sul pezzo avrete sentito parlare di questo libro, o quantomeno della sua trasposizione cinematografica ad opera di Luca Guadagnino che in questi giorni sta facendo impazzire gli Stati Uniti (speriamo che il successo continui anche a febbraio, quando il film arriverà anche nelle nostre sale). Quando cinque estati fa ho letto questo romanzo ne sono rimasto folgorato, ed è entrato immediatamente nella mia personale classifica dei libri più belli di sempre. È la storia dell’innamoramento tra Elio e Oliver. Siamo in Liguria, negli anni Ottanta, è estate e fa caldissimo. Guanda, 2008, traduzione di Valeria Bastia.
Facevamo finta di niente. Parlavamo di tutto fuorché di quello. Ma l’abbiamo sempre saputo, e che adesso non dicessimo nulla era un’ulteriore conferma. Avevamo trovato le stelle, tu e io. E questo capita una volta sola nella vita.
Pedro Lemebel,
Ho paura torero
C’è una mia amica che sa perfettamente cosa mi potrebbe piacere (un po’ come Giulino con i tipi di sushi), ed è per questo che quando mi consiglia qualcosa da leggere o vedere o ascoltare io la seguo sempre (seguo anche i consigli culinari di Giulino, se vi interessa. Seguo un sacco di consigli, in effetti). Questo è un romanzo di una tenerezza infinita, la storia dell’amore impossibile e struggente di un travestito per un soldato. La cornice è il Cile del 1986, sotto il regime di Pinochet. Marcos y Marcos, 2009, traduzione di M. L. Cortaldo e Giuseppe Mainolfi.
Carlos era così buono, dolce, così gentile. E lei era così innamorata, così presa, così sonnambula in quelle notti che passava a parlare con lui aspettando la fine delle riunioni. Lunghe ore di silenzio a guardare le sue gambe stanche abbandonate nel raso fucsia dei cuscini. Un silenzio vellutato sfiorava la sua guancia azzurrina e non rasata. Un silenzio denso lo stordiva, la testa ciondolante dal sonno. Un silenzio letargico di piume calava sulla testa pesante come il piombo ma lei attenta, lei tutta bambagia, tutta delicatezza, sistemava un guanciale di spugna per farlo stare comodo.
David Sedaris,
Esploriamo il diabete con i gufi
Vi ho mentito. Perché probabilmente non troverete questa raccolta di racconti nella sezione LGBT, ma è molto più facile incapparvi se si è vicini allo scaffale dei libri umoristici, o forse ancora più in alto, tra quelli che fanno schiantare dalle risate. Sedaris è – lo dico praticamente a tutti, sono molto fiero di questo – il mio scrittore preferito. Il motivo è molto semplice: io vorrei scrivere più o meno cosa scrive lui e più o meno nel modo in cui scrive lui. Prima ti imbambola con il racconto (quasi sempre autobiografico) delle sue esilaranti disavventure; poi ti fa a pezzi con un’ultima frase sul mondo, sulla vita, sull’essere umano. Sedaris è gay, ha un compagno, ne parla continuamente, ma è molto più importante raccontare di quando ha lavorato come modello per un corso di disegno dal vero. Mondadori, 2014, traduzione di Matteo Colombo.
Arrivò il momento in cui ci saremmo dovuti baciare – praticamente si sentiva il crescendo di violini – ma io ero troppo timido per fare il primo passo, e così credo anche lui. Eppure sentivo che tra noi c’era qualcosa, non soltanto il desiderio, ma una sorta di amore istantaneo, di quelli che, come i risotti in busta, sono pronti in un manciata di minuti e saziano quanto quello vero.
Roba affine
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Chiamami col tuo nome l’ho letto tre volte e ogni volta mi ammazza più della precedente. Non riuscirò mai a guardare il film e farmelo piacere, il libro sarà sempre meglio, punto.
Sedaris mi piace molto, ma in libreria trovo sempre e solo Me parlare bello un giorno e Mi raccomando: tutti vestiti bene, devo decidermi a entrare nel nuovo secolo e comprare su internet.
L’altro non lo conosco, me lo segno.
Non ho dubbi che, per quanto il film di Guadagnino sia stato definito incredibile e bellissimo, il libro di Aciman sarà comunque migliore. Personalmente mi ero innamorato anche del modo di ragionare dei protagonisti, che è un aspetto credo molto difficile da trasporre in un film!
Per quanto riguarda Sedaris, io non amo leggere gli ebook, preferisco la carta! Ci ho provato eh, ho anche il reader elettronico… Potresti provare a ordinarlo! 🙂
Grazie del commento!
No, ma infatti intendevo ordinarlo. Ok entrare nel nuovo secolo, ma sfondare la porta con gli ebwhook è troppo :°D
Esatto comunque! Dei vari punti che mi uccidono del libro c’è un solo dialogo in particolare (oddio, ma la fatica di non spoilerare a chi non ha letto – lo so, lo so, stupida voglia di confronto) e se ho capito le intenzioni potrebbe anche non esserci.
Chiamami col tuo nome mi ispira assai. Lo prendo. Grazie.
Giorgio
Non te ne pentirai! 🙂
Posso suggerire anche la saga dei Cazalet di Elizabeth J.Howard?
All’interno, fra mille altre storie d’amore, c’è anche quella tormentata della figlia del capostipite della famiglia con “una cara amica”, definita così per salvaguardare le apparenze del periodo, che si colloca fra le due guerre mondiali ed un poco oltre
La saga non è incentrata su di loro ma su tutti i membri della famiglia, però ne vale davvero la pena leggerli tutti!!
Ciao
Betty
La vedo sempre in libreria, con quelle copertine così invitanti…
Vorrei proponere tre libri “classici,” ma non romanzi.
Il puro e l’impuro di Collette. Un libro di tante osservazioni ben fatte sull’educazione sentimentale. Un libro negletto. In Italia, l’editore è Adelphi.
Mio padre ed io di J.R. Ackerley. Un memoir, ma per spiegare la storia dei suoi genitori, Ackerley usava uno stile che rassomiglia a un romanzo. Un libro nascosto, in un senso, per tanti motivi, pubblicato dopo la morte di Ackerly perché vigevano in Inghilterra le leggi contro l’omosessualità. Anche Adelphi.
Angels in America. Il copione (in vece di una notte a un teatro). Kushner come scrittore per lo palcoscenico ha uno stile brillante. No so l’editore della traduzione italiana, che deve esistere dopo la presentazione del drama al Teatro dell’Elfo a Milano.
Da non dimenticare: Walt Whitman.