Simon ha diciassette anni, due genitori in gamba, una sorella fissata con la cucina, una bella casa, tre amici che passa a prendere ogni mattina per andare a scuola, la possibilità di mangiare tutti i carboidrati che vuole, un jack russel e un segreto: è gay. La storia inizia con Simon che legge sul blog più popolare tra i suoi compagni una lettera anonima di un altro omosessuale della scuola. E decide di rispondergli.
Questa è la trama di Tuo, Simon, un film che cerco di scaricare illegalmente da quando è uscito negli Stati Uniti – senza mai riuscirci, ciao polizia postale – ma che ho visto soltanto nell’anteprima di ieri. Niente spoiler, promesso. Enucleo soltanto qualche pensiero, come mi piace tanto fare.
Tuo, Simon è un film super carino. È una classicissima commedia americana per adolescenti, quindi ci trovate tutti i cliché delle commedie americane per adolescenti: cheer leader, professori buffi, studenti stereotipati, tavole calde, feste di venerdì quando i genitori sono via, villette bianche a due piani con giardini perfettamente rasati, eccetera. La differenza, nonché lo snodo attorno cui ruota tutta la trama, è che il protagonista è gay. Non “un altro personaggio importante”, né “la spalla comica”, no: ad essere gay è il protagonista.
Qualcuno potrebbe obiettare che il solo fatto di avere un protagonista gay non rende una storia degna di essere raccontata (lo penso anche io per gran parte delle narrazioni che incontro), ma credo che questo valga principalmente per i film drammatici – i tantissimi film drammatici targati LGBT – che a volte sono stupendi, mentre altre volte, molto più spesso, mi danno la sensazione che sfruttino l’omosessualità per portare un messaggio decifrabile solo da un altro omosessuale. Tuo, Simon ha un linguaggio leggero, e probabilmente non si rivolge soltanto ad adolescenti gay, ma è loro che mette al centro della storia.
( ci sono altre critiche che si potrebbero fare a questo film. Simon è un ragazzo con un sacco di privilegi, e forse per qualcuno più svantaggiato può essere difficile immedesimarsi in lui: ma Simon ha il diritto di provare la paura di fare coming out, perché ha diciassette anni, e nonostante sia benestante, bianco e poco effeminato, la sua paura è autentica. E il film ha qualche passaggio forse poco credibile, perché è una commedia per ragazzi con tutti i cliché utili a rendere più familiari le situazioni che vengono raccontate )
La verità è che avrei tanto voluto un film come Tuo, Simon quando ero ragazzino. Certo, avevo Will & Grace e Queer as folk, ma tra i miei coetanei li guardavo praticamente soltanto io. Una commedia come Tuo, Simon, che tutti vanno a vedere al cinema e di cui tutti parlano, che rappresenta quella fase dell’adolescenza di un omosessuale in maniera così normale e rassicurante, forse mi avrebbe risparmiato un po’ di paranoie inutili. Tuo, Simon arriva un po’ in ritardo per me, ma sono contento che sia stato realizzato. Ne avremo sempre bisogno.
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