«Sono italiano al 100%.» Mahmood l’ha detto chiaro e tondo: lui con questa storia dei migranti non ci vuole aver niente a che fare. Non vuole rappresentare nessuno schieramento, non vuole fare lo straniero che si è integrato, il rappresentante della periferia abbandonata, il ragazzo con la famiglia problematica, non vuole nemmeno fare coming out (non è tenuto a farlo, anche se fosse gay). Non vuole essere la voce di nessuno, se non la propria. E mettiamocelo bene in testa: è un suo cavolo di diritto. Lui non c’ha voglia di essere ciò che a noi manca. Lo so che specialmente in questo periodo abbiamo tutti un disperato bisogno di simboli, ma Mahmood non vuole essere il nostro simbolo. Non ora, almeno. Forse non si sente nemmeno pronto e preparato per un ruolo del genere. Magari tra un po’ di tempo sentirà l’urgenza di prendere posizione, usare la sua voce come megafono per qualcosa in cui crede, ma adesso vuole solo lavorare. Glielo lasciamo fare? Detto ciò, sono contento per la sua vittoria a Sanremo, perché la canzone è molto bellina, e anche lui, coff coff, è un discreto figliolo.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!