In copertina c’è Mia, che accenna qualche passo di danza su uno dei ponti di Venezia, con gli stivali ai piedi e lo sguardo felice. Ma aprendo Scirocco, il fumetto di Giulio Macaione appena uscito per Bao Publishing, scopriamo che la ragazza è solo la prima dei tre protagonisti del racconto, la più giovane, quella combattuta tra l’investire tutto nella sua passione e il rimanere coi piedi per terra, ma non davvero felice.
Poi c’è Gianni, il padre di Mia, che preferisce tenere il cuore al sicuro piuttosto che offrirsi la possibilità di essere appagato in amore. E c’è Elsa, una nonna alternativa, che all’arte ha dedicato tutta la vita, ma dopo aver superato un cancro non è più riuscita a creare.
Scirocco è un fumetto che parla di tre persone che hanno in qualche modo a che fare col bisogno di vivere e il rifiuto di sopravvivere soltanto. L’ho trovato molto bello, un bel balsamo e una bella spinta verso il fare, il non rimanere con le mani in mano, il non dare per scontato che la vita, dopo un certo punto in poi, debba rimanere per forza com’è. Come spesso accade con Macaione, che probabilmente ha una sfera di cristallo o una cimice sotto la mia scrivania, il suo nuovo libro arriva proprio quando avevo bisogno di leggerlo.
(era successo anche con Stella di mare, che in effetti aveva un protagonista bloccato in un’estate apatica, un po’ come il Gianni di questo Scirocco, che allo stesso modo non si prende rischi. Forse è un tratto distintivo della poetica Macaione: quella della ricerca della felicità, quella contro l’immobilità)
Senza alcun tipo di forzatura, Giulio Macaione ha peraltro l’enorme merito di descrivere una famiglia diversa dal comune, fatta di un padre gay, una ragazzina sognatrice e una nonna single, e attraverso i loro punti deboli e il loro volersi bene ne mostra l’assoluta, bellissima, normalità.
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